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Bruuno – Deconcentrazione

2018 - Fuzzy Cluster Records / Rodomonte Dischi / V4V Records / È un brutto posto dove vivere
post-hardcore / noise

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Tracklist

1. Superstizione
2. In punta di piedi
3. James
4. Valanga
5. La via di casa
6. Toro Subacqueo


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Dopo la foga di stampo Bay Area dei neoriuniti Afraid! e la distopia musicale alla 31G degli Hallelujah!, il Veneto, locomotiva della new wave noise italica ci sforna i Bruuno. Senza esclamazioni, questa volta. I cinque Bruuno, da Bassano del Grappa, ci spiegano cosa sia per loro la deconcentrazione. A mio parere, la deconcentrazione è quando devi portare un curriculum per poter essere assunto presso un nuovo, potenziale, posto di lavoro ma pensi già, ancora prima di entrare negli uffici di competenza, bianchissimi, a cosa farai una volta fuori di là. Non nel senso lavorativo ma proprio intendendo la tua giornata nel suo avanzare. Una volta, per esempio, mi capitò di pensare a come aiutare mio padre per poter scaricare gli elettrodomestici nuovi che gli sarebbero arrivati la mattina stessa del mio colloquio. Aspettavo di entrare nell’ufficio del responsabile, fogli in mano, cartellette appoggiate sulle ginocchia, seduto su una cigolante sedia di pelle. Mi chiesi se avesse chiarito con il corriere la necessità di un aiuto a portarli in casa dato che le rampe di scale da affrontare erano un paio, se avesse confermato l’ora e tutto quanto. Non era per non fidarmi, era semplicemente perché con gli ordini online “non sai mai”. E invece andò tutto bene, aveva predisposto tutto per l’occasione e ce ne andammo persino in trattoria a pranzo.

Questa potrebbe essere la mia recensione del nuovo EP dei Bruuno, intitolato “Deconcentrazione”. Un semplice scambio di pareri, univoco in questo caso, in quanto sono io che li sto recensendo. Ma è doveroso aggiungere un paio di ragguagli, in quanto i Bruuno se lo meritano proprio. Queste sei tracce infatti salvano nei minuti di recupero un’annata abbastanza debole di idee per la scena indipendente italiana. Troppo tronfia e metaforica. “Deconcentrazione” riprende la foga e la cupidigia del lavoro precedente, “Belva”, che ce li aveva fatti conoscere. Sembra finalmente che si sia trovato il connubio ideale tra Sottopressione e Uochi Toki: Superstizione già non ammette controbattute, mentre In punta di piedi frammenta il tempo radicandone gli istanti in un’incessante ridondanza vocale che imprime le parole del ritornello “Questo passa il convento” nella schistosa roccia della nostra memoria, sin dal primo ascolto.

Non credo sia corretto definire “Deconcentrazione” un disco post-hardcore, perché i Bruuno non arrivano proprio dopo nulla. Riescono persino ad essere rock’n’roll, a questo punto, con Valanga: non ricalcano né culture né tantomeno attitudini e il loro suonare disassato e insistente rappresenta la perfezione delle loro imprecisioni, che portate sul campo di discussione e spiegate con una voce (in italiano) parlata, più che cantata, diventano quasi indispensabili. Toro subacqueo, con la quale si chiude il lavoro, è la canzone vettoriale per l’intera dichiarazione d’intenti della band e lasciamola correre: c’è pure Jacopo dei Fine Before You Came che fa i cori e il brano assume una tonalità splenetica e quasi irreale, nonostante sia il capitolo più hardcore del disco, ammiccando ai Botch.

Deconcentrazione, parlando infine di credits, vede la luce grazie ad una coproduzione 4-ways che, a mio parere, rappresenta il miglior disco sino ad ora uscito per V4V, Fuzzy Cluster e Rodomonte Dischi. L’altra etichetta coinvolta nella produzione dell’album è invece una graditissima conferma: È un Brutto Posto dove Vivere.

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