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Lingua Ignota – Caligula

2019 - Profound Lore Records
sperimentale

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Tracklist

1. Faithful Servant Friend Of Christ
2. Do You Doubt Me Traitor
3. Butcher Of The World
4. May Failure Be Your Noose
5. Fragrant Is My Many Flowered Crown
6. If The Poison Won’t Take You My Dogs Will
7. Day Of Tears and Mourning
8. Sorrow! Sorrow! Sorrow!
9. Spite Alone Holds Me Aloft
10. Fucking Deathdealer
11. I Am The Beast


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Sospesa tra folk, noise e metal, la nuova opera di Kristin Hayter a.k.a. Lingua Ignota intitolata “Caligula” si impone in tempo zero come una delle uscite migliori di questo 2019. Sarebbe troppo scontato racchiudere il talento di questa moderna cantastorie dentro il solito cliché dell’artista a tuttotondo, ma tant’è: Lingua Ignota è allo stato attuale una delle figure più rappresentative dello sperimentalismo più abrasivo, toccante e a volte estremo attualmente in circolazione. Se già “All Bitches Die” aveva ampiamente convinto, facendo in buona parte presagire un futuro super roseo per Hayter beh, con “Caligula” si va oltre l’auspicabile.

In mano ci si ritrova una bomba a orologeria emotiva, tutta giocata su tematiche di innata potenza, come omicidio, violenza domestica, corruzione e depravazione; il titolo stesso dell’album si rifà a uno di quegli imperatori romani che in quanto a tirannia e follia non ebbe quasi rivali. Lingua Ignota è una sopravvissuta, l’album è pervaso da tutto ciò che gli abusi da lei subiti hanno causato nel suo animo, e questo non può che essere un punto a favore di questa release; le undici tracce di “Caligula” suonano personali, vive, talmente vivide da trasformarsi in vere e proprie opere d’arte. La voce di Hayter risuona come una litania estenuante, che cresce a tal punto da diventare dolore prima, ricerca di vendetta poi.

L’altalena sonora che caratterizza brani come Do You Doubt Me Traitor, Day Of Tears And Mourning, Butcher Of The World è merito della capacità di Lingua Ignota di amalgamare strumenti che rientrano sì nel mondo del metal più estremo, ma all’interno di un’aura a tratti religiosa che avvolge “Caligula” nella sua interezza. L’artista di Rhode Island riempie da sola tutti gli spazi che altrimenti sarebbero occupati da musicisti di accompagnamento, dando così all’intero progetto un packaging tanto personale quanto imponente (come il caps lock che caratterizza testi e titoli dei suoi brani). I picchi sonori sui quali si innestano la batteria e la voce più straziata, convulsa e incazzata inglobano al meglio tutta la ricerca e la volontà da parte di Lingua Ignota di concepire un album totale, dal quale si fa fatica a uscire indenni. La violenza della quale diventiamo protagonisti attraverso i brani di “Caligula” ci viene narrata in una maniera talmente vicina da oltrepassare il sottile muro dell’ascolto distratto, catapultandoci direttamente in quegli ambienti nei quali essa si verificava. Grande credito va dato anche a Profound Lore Records, che ha giustamente creduto in Kristin Hayter e nel suo tentativo di sonorizzare la violenza, la paura e la rabbia che questa artista vive e sente come una ferita tutt’altro che rimarginata.

Con “Caligula”, il tentativo è divenuto realtà: questo album potrebbe essere solo l’inizio di un cammino a denti stretti e pugni chiusi nelle viscere del male.

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