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King Gizzard & The Lizard Wizard – Infest The Rats’ Nest

2019 - Flightless Records
metal

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Tracklist

1. Planet B
2. Mars For The Rich
3. Organ Farmer
4. Superbug
5. Venusian 1
6. Perihelion
7. Venusian 2
8. Self-Immolate
9. Hell


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E riecco i King Gizzard & The Lizard Wizard ovvero, per me, una delle band più sopravvalutate degli ultimi dieci anni in ambito rock ma che, non si sa bene come, sono riusciti a stregare un sacco di wannabe slackers in salsa rock che sognano San Francisco nei ’70. Ciò detto, i loro interminabili album sparati a raffiche di mitra ogni sei mesi sono quanto di più noioso mi sia capitato di sentire in vita mia.

Gli australiani con il loro nuovo “Infest The Rats’ Nest” (per la cronaca seconda uscita in meno di cinque mesi) di punto in bianco sono andati a recuperare il famigerato thrash metal ’80, spogliato di ogni sua evoluzione e quindi disossato che più non si può ma nella propria idea di tributare, che so, primi Metallica, Exodus, Kreator e Megadeth i Nostri fan qualcosa di più buttando le ossa del genere nel deserto per vedere cosa succede.

Se togliamo brani inopportuni come Venusian 2 e Organ Farmer che rievoca lo spettro dei peggiori Sodom (non che ce ne siano di migliori) oppure soluzioni chitarristiche figlie di quell’altro santificato supersopravvalutato di Kerry King, quello che ci rimane in mano è, beh, il disco che i Melvins non fanno da anni, ed è più che una sparata casuale. La voce di Stu MacKenzie ha lo stesso timbro stentoreo di King Buzzo ai tempi di “Stoner Witch” e anche la voglia di martellare lastre d’acciaio è la medesima, nonché la soluzione di ridurre l’organico a tre membri. La pesantissima mazzata sabbathiana – e a tratti monstermagnetica – Superbug, il colpo di fucile acid Venusian 1, i pugni sulle gengive dell’arrembaggio space-metal Perihelion e l’acciaio inossidabile di Planet B e Self-Immolate (quest’ultima forse un po’ troppo “Ride The Lightining”) ci regalano un ottimo cosplay di un gruppo di ragazzini che forse ha trovato la propria strada al di fuori della propria comfort zone.

Il prossimo disco sarà un’altra palla infinita al sapore di LSD scaduto e su questo non ci piove, ma già che ci siamo godiamoci questo bel momento d’incazzatura farlocca, ben fatta e assolutamente godibile.

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