Bon Iver – i,i

Bastano i trenta secondi di Yi, traccia introduttiva di “i,i”, per capire che i Bon Iver, ancora una volta, vogliono stupire con la loro musica. Chi li conosce, sa benissimo che non si può dar nulla per scontato, quando si tratta di Justin Vernon e la sua banda. Ed ecco che brano per brano, il nuovo album viene pubblicato inaspettatamente in anticipo, rispetto alla data di uscita prevista per il 30 agosto. Insomma, abbiamo detto “stupire”, no?

Al di là delle collaborazioni presenti e di un certo spessore, (James Blake, Aaron Dessner e altri ancora) e dei singoli brano che lo compongono, “i,i” non è solo un disco, ma un’ opera concettuale. Certo, può piacere o meno, ma comunque arriva, ed è questo l’importante. Ci sono tutti gli elementi caratteristici dei Bon Iver, chitarre folk, vocoder insistenti, cori sparsi e tanta sperimentazione. Già con “22, A Million”, si è potuto assaporare quel gusto di avanguardia che questo ambizioso progetto offre. Ricerca costante e sonorità a volte fin troppo astratte, sono il pane quotidiano di una delle identità musicali, concedetemelo, più avanti del momento.

Sarebbe superfluo soffermarsi ad un’analisi dei singoli pezzi, poiché “i,i” va ascoltato tutto d’un fiato, in modo da immergersi pienamente in quel viaggio introspettivo che rappresenta. Probabilmente non basta un ascolto (Justin Vernon sa fare il “difficile”). Ma posso assicurarvi che non vi tirerete indietro, quando ci riproverete. Ascoltatevelo in macchina, in metro, mentre passeggiate al parco. Fatevi accompagnare dai tappeti sonori e dai fiati sinuosi. Fatevi guidare dalle bellissime melodie vocali e dai giochi armonici. Fatevi trasportare da questo disco, perché alla fine merita davvero.

Peccato che Sh’Diah finisca proprio sul più bello!