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Chelsea Wolfe – Birth Of Violence

2019 - Sargent House
dark folk

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Tracklist

1. The Mother Road
2. American Darkness
3. Birth Of Violence
4. Deranged For Rock & Roll
5. Be All Things
6. Erde
7. When Anger Turns To Honey
8. Dirt Universe
9. Little Grave
10. Preface To A Dream Play
11. Highway


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Col precedente “Hiss Spun” avevamo lasciato la cantante californiana dar voce al suo lato più pesante prendendo le idee di “Abyss” e vestendole di un sound che lambiva pericolosamente lidi post-metal. Complice anche (e soprattutto) la produzione di Kurt Ballou che, pur impeccabile come sempre, risultava in alcuni momenti fuori luogo, andando a snaturare una delle caratteristiche più importanti della musica di Chelsea: l’essere cupa, pericolosa ma allo stesso tempo minimale e intima. Passata la sbornia di distorsioni e pesantezze sonore, la cantautrice americana torna (finalmente) alle sue radici e, come già annunciato, ci regala un lavoro più intimo e quasi esclusivamente acustico.

Scritto durante il precedente tour, “Birth Of Violence” palesa la voglia della Wolfe di sussurrarci tutto il suo amore per la musica folk della sua terra natia tra lande desertiche, spazi immensi, solitudine e malinconia. L’American Roots di Chelsea Wolfe è una musica che nasce dal passato e mescola il suo tipico senso di solitudine all’oscurità e al “caos” culturale (inteso come voragine, abisso) che pervade la società attuale.

In “Birth Of Violence” troviamo infatti tra i più bei momenti della carriera della singer americana, uno su tutti la immensa Be All Things la cui interpretazione da brividi si regge solamente su di un delicato arpeggio di chitarra. Definire il disco minimale sarebbe comunque un errore in quanto l’attenzione per i dettagli negli arrangiamenti è quasi maniacale, come palesato da Little Grave e Deranged For Rock And Roll, in cui le crescenti stratificazioni di feedback e archi ricordano da vicino il lavoro svolto da Matt Howden nei migliori Sol Invictus.

American Darkness riesce nell’intento di unire le atmosfere notturne dei Portished agli Swans più bucolici mentre Erde e When Anger Turns To Honey aprono ad una ideale seconda metà del disco dove il mood si fa più spettrale ed astratto e in cui anche l’utilizzo dei synth si fa più presente.

Ideale incontro tra le atmosfere della tradizione americana, drone music e le sperimentazioni della scuola neo-folk europea più avanguardista della seconda metà degli anni novanta (Current 93 di su tutti): “Birth Of Violence” rappresenta la piena maturità artistica di Chelsea Wolfe, il suo picco artistico (insieme a “Pain Is Beauty“), nonché uno dei lavori migliori di quest’anno.

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