Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Kazu – Adult Baby

2019 - Adult Baby Records
art pop

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Salty
2. Come Behind Me, So Good!
3. Meo
4. Adult Baby
5. Place Of Birth
6. Name And Age
7. Unsure In Waves
8. Undo
9. Coyote


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Se il nome Kazu Makino non vi dice nulla dovreste procedere ad un ripassone circa i Blonde Redhead. Kazu è infatti 1/3 del trio completato dai gemelli Pace. Lei, di Kyoto, vive tra l’Isola d’Elba e New York. C’è tutto dentro la sua voce, tutto e tanto altro, ancora nascosto, ancora da portare a galla, ma la sua tripartizione cittadina esplode quando sta dietro al microfono.

Qui non troverete l’urgenza dei bei Blonde Redhead che furono, ma una dimensione totalmente diversa. “Adult Baby” è un viaggio all’inverso, dalla pace al tormento metropolitano e indietro, di nuovo verso la pace, è il riflesso di esperienze e fantasmi, spettrali dolcezze e incursioni in un mondo fluttuante su città pop patinate d’oro e cristallo ma sovrastate da un cielo di un grigio tenue.

In questa sospensione ovattata la voce di Kazu si espande come un’onda, a volte fluttuando appena dietro la musica, come in una risacca elettronica che suona da una radio a transistor per poi moltiplicarsi immediatamente uscendo dalle casse (Undo), altre volte spaziando in ambienti rarefatti, quasi fosse, anzi, essendo certamente lo strumento principale con il quale l’artista giapponese si esprime al meglio e lo fa sostanzialmente come se il pop fosse una cosa seria, anzi, essendolo (Come Behind Me, So Good!, Salty). Spesso il vuoto si scambia il ruolo col minimalismo (Meo) e la malinconia rende malconcio il cuore di chi sta in ascolto (Place Of Birth) colpendolo con una soulfulness color rosa, quasi un crooning appeso a strati di ansia jazz e tepore british che si scontano generando tempeste calme (Coyote).

È proprio quando un lavoro sembra semplice che dietro l’angolo si nasconde la meraviglia, e a Kazu va proprio detto: fanne ancora di dischi così, che in un mondo di voci intercambiabili a volte l’arte ha bisogno di una sua isola felice.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni