1. Falaise
2. Last Bloom
3. Anasickmodular
4. Requiem for CS70 and Strings
5. Karakul
6. LesAlpx
7. Bias
8. Environments
9. Birth
10. Sea-Watch
11. Apoptose, Pt1
12. Apoptose, Pt2
Torna il concretismo musicale contemporaneo di Sam Sheperd, in arte Floating Points. Il secondo album in studio del produttore britannico si intitola “Crush”, e segue a quattro anni di distanza il suo primo lavoro, “Elaenia”.
Le fondamenta a sostegno del progetto sono sempre le stesse, ma cambiano i materiali e a sua volta, la struttura che si erge sopra di esse. Meno batteria acustica, meno fiati, meno keys. Più sintesi, più archi, più moduli e sperimentazioni elettroniche. L’overture si ha con Falaise: un adagio per violini mischiato con un gioco di arpeggiatori. I vari suoni rimbalzano a destra e sinistra degli auricolari, a confermare la conoscenza degli strumenti che l’artista ha a disposizione. Al terzo posto troviamo Anasickmodular. Qui i synth modulari si fanno sentire, incrociandosi e stonandosi tra loro (effetto detune): la sperimentazione si fa più autentica. Segue Requiem for CS70 and Strings , titolo che dice già tutto. È un connubio tra archi e la celebre macchina firmata Yamaha.
Ma è con LesAlpx che si scatena l’animo da club di Sheperd. Qui la cassa si fa più dritta, il basso più presente e il ritmo più coinvolgente, senza comunque trascurare la sperimentazione sonora. Anche il brano successivo, Bias, ha un’identità più vicina al dance floor, e richiama il mondo della drum and bass: non c’è male! Le tracce che seguono, in parte mantengono il mood delle precedenti, come Environments, ma allo stesso tempi richiamano le “vecchie” sonorità dell’artista, creando atmosfere british-malinconiche, alla Thom Yorke se vogliamo. Sto parlando in particolare di Sea-Watch e Apoptose, Pt.1.
In conclusione, “Crush” è un disco misto, talvolta vago, senza una forte identità. Ma ciò non vuol dire non sia un buon lavoro. Il sound design rimane di alto livello, e alcuni brani sono davvero interessanti. La ricerca è costante e sicuramente saprà essere apprezzato anche live. Non mi resta che lasciare a voi l’ascolto. Sono convinto che in ogni caso Floating Points non vi deluderà.