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Trent Reznor & Atticus Ross – Watchmen: Volume 2 (Music From The HBO Series)

2019 - The Null Corporation
ambient / jazz

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Tracklist

1. TRUST IN THE LAW
2. HE WAS NEVER HERE
3. KICKED IN THE BALLS AGAIN
4. A TRAVELLER FROM AN ANTIQUE LAND
5. LOSING FACE
6. SQUID PRO QUO
7. YOUR NAME IS ANGELA ABAR
8. NOSTALGIA BLUES
9. PAY NO ATTENTION TO THE CACTUS
10. SEVEN YEARS OF BAD LUCK
11. THE DARK KNUT RETURNS
12. GHRAIB ME A TERRORIST
13. DREAMLAND JAZZ


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Per tutto il mio personalissimo pippone su serie TV e la loro importanza vi direi di rifarvi alla recensione del primo capitolo della trilogia sonora che va a comporre il commento sonoro della prima stagione di “Watchmen” della HBO, quindi cliccate qui. Ora passiamo al suo secondo atto.

Reznor & Ross questa volta si sentono di dover selezionare tutto il materiale più ambient e pacato, se così vogliamo intenderlo, data l’altissima dose di ansia e il profondo senso di irrequietezza che divora dall’interno. Se l’ombra vera e propria dei NIN e della follia, dell’industrial più maligno e pompato si stagliava sul primo volume, questo intermedio paga il pegno di una vita passata nell’orbita dei Coil, nel loro ricordo e nell’influenza che Chritopherson e Balance hanno esercitato su tutti e prima di tutti gli altri sul genietto di Mercer.

È pur vero che in un paio di occasioni la tensione sale e il ritmo si fa più intenso e potente: SEVEN YEARS OF BAD LUCK picchia sotto la cintura e i synth sono aspri e distorti al punto da prendere il posto delle chitarre taglienti, THE DARK KNUT RETURNS e GHRAIB ME A TERRORIST sono casse da club che pompano piombo e lame, sotterfugio per la violenza elettrica, sintomo di una violenza mai sopita (che poi è il leitmotiv della serie creata da Gibbons e Moore, a ben pensarci), che striscia infida sotto la pelle di un’umanità sordida.

La vera sorpresa, qui, è la presenza del jazz con la J maiuscola, ed è una dimostrazione calligrafica di conoscenza musicale. DREAMLAND JAZZ e NOSTALGIA BLUES sono deliziose miniature smooth, scarne e delicate, saltellanti e uptempo con un Reznor che si mette su il completo sedendosi al piano accompagnato da pesi massimi come il Weather Report Peter Erskine alle pelli, Keith Fiddmont svolazzante leggiadro sul sax e Chuck Berghofer (lo troverete sparso nelle discografie di Ry Cooder, Charlie Haden, Nancy Sinatra e Daft Punk) a stendere il tappeto col suo contrabbasso.

Una coperta leggiadra si adagia sull’ambient di KICKED IN THE BALLS AGAIN, soffoca la low key light dei tremori orrorifici che tratteggiano SQUID PRO QUO e LOSING FACE (qui a far scuola è Carpenter) e sobbalza ai rintocchi di drumkick digitale di HE WAS NEVER HERE e della folle cavalcata elettrostatica di A TRAVELLER FROM AN ANTIQUE LAND. PAY NO ATTENTION TO THE CACTUS è una lunga stilettata ansiogena che prende lo stomaco e lo rivolta con lentezza angosciante.

Meno voltaggio non significa di sicuro meno intensità. Segnatevelo su un post-it da tenere sempre in bella vista.

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