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Deap Lips – Deap Lips

2020 - Cooking Vinyl / The Orchard
psych pop / indie

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Tracklist

1. Home Thru Hell                               
2. One Thousand Sisters with Aluminum Foil Calculators                                                   
3. Shit Talkin                
4. Hope Hell High                                
5. Motherfuckers Got to Go                 
6. Love is a Mind Control                    
7. Wandering Witches              
8. The Pusher                
9. Not a Natural Man                            
10. There is Know Right There is Know Wrong           


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Novità in casa Flaming Lips. Il cantante Wayne Coyne e il suo fedele collega Steven Drozd – entrambi polistrumentisti – hanno intrapreso una collaborazione con la band Deap Vally, formata dalle due musiciste e vocalist Lindsey Troy e Julie Edwards. Dall’unione tra i psycho-heroes provenienti da Oklahoma City e il duo alt-rock californiano nascono i Deap Lips.

Il 13 marzo è uscito a cura di Cooking Vinyl (Egea Music/The Orchard), uno dei lavori più attesi del 2020, ossia l’omonimo album dei Deap Lips. Ogni progetto nuovo in cui spunta lo zampino di Wayne Coyne sprigiona un senso intrinseco di curiosità. I Flaming Lips sono un’istituzione del rock psichedelico contemporaneo, mentre le Deap Vally rappresentano un progetto fresco, nato nel 2011. Il loro ultimo e acclamato album si intitola “Femejism”, ed è uscito nel 2016. Negli ultimi anni il gruppo losangelino si è dato da fare macinando tantissimi tour in giro per il mondo aprendo anche concerti di band importanti dai Muse ai Queens Of The Stone Age fino ai Red Hot Chili Peppers.

L’idea di questa nuova collaborazione tra le due band risale a diversi anni fa. La chitarrista Troy e la batterista Edwards sono sempre state grandi ammiratrici dei Flaming Lips. Nel 2016 quando le Deap Vally erano in tour con i Wolfmother, Troy e Coyne si conobbero. Successivamente le Deap Vally partirono per l’Oklahoma per scrivere e registrare ai Pink Floor Studios, lo studio dei Flaming Lips. Per le due talentuose musiciste il sogno diventava realtà.  

Il cantante Wayne Coyne, a proposito di questo nuovo progetto, si è espresso così: “sapevo che sperimentare con loro era solo una delle cose più interessanti di molte cose interessanti che mi stavano succedendo” e aggiunge: “si sono presentate senza canzoni, quindi io e Steven abbiamo rapidamente messo insieme un po’ di materiale e abbiamo iniziato a suonare, tracciare, cantare e riscrivere i testi e ci siamo resi conto che, sorprendentemente, avevamo già una traccia fantastica, che sarebbe diventata l’apertura del disco ossia Home Thru Hell”. “Tra di noi si è verificata una magia” ha concluso il leader dei Flaming Lips.

Sono dieci le canzoni racchiuse in “Deap Lips. Nell’album emerge una sorta di transizione fluida tra tutte le tracce. C’è coesione, e questo fa in modo che il fruitore sia invogliato ad ascoltare il disco dall’inizio alla fine. L’overture è affidata a Home Thru Hell, il brano citato prima, un grande inizio che suggerisce un po’ il sound del disco, il garage rock che incontra il tocco scintillante e pschidelico della band di Oklahoma. One Thousand Sisters with Aluminum Foil Calculators è una canzone che lascia un po’ perplessi e non convince fino in fondo, stessa sorte anche per Not a Natural Man. L’album continua con il pezzo più breve, ma comunque esaltante Shit Talkin. Successivamente tocca a Hope Hell High, uno degli momenti più belli all’interno di “Deap Lips”. Una scossa punk ed energica arriva dalla tumultuosa Motherfducker Got to Go. Love is a Mind Control risulta invece un componimento troppo lungo e un po’ fiacco. Wandering Witches è un altro punto forte dell’album, mentre The Pusher è una rivisitazione del brano del gruppo rock canadese/statunitense Steppenwolf. La chiusura di “Deap Lips” è affidata a There is Know Right There is Know Wrong – chitarre sporche bilanciate da una brillante voce sognante – un finale positivo.

In questo progetto il duo Deap Vally ha raccolto una nuova sfida per dimostrare di essere anche versatili. Nessuno aveva detto che sarebbe stato un percorso facile. È possibile che quel timbro di voce alla fine stanchi. Tuttavia componimenti accattivanti e fantasiosi come Home Thru Hell e Hope Hell High convincono a dare una possibilità in più a questo nuovo progetto.

C’è chi è ancora troppo legato ai meravigliosi album di Coyne e soci “The Soft Bulletin” (1999) e “Yoshimi Battles the Pink Robots” (2002) – un flusso di energia che ti conduce in un posto sconosciuto e magico – da non riuscire ad accettare fino in fondo queste nuove collaborazioni, alcune discutibili, intraprese nel corso degli anni dai Flaming Lips.

A proposito di “The Soft Bulletin” la batterista Julie Edwards ha fatto questa considerazione: “Puoi ascoltare l’intero album e l’esperienza è così intatta, piena di esperimenti, filosofia, spunti e bellezza. Ci sono pochissimi artisti che possono offrire questo tipo di esperienza, un’immersione profonda che avviene da decenni”. 

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