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Back In Time

“Goo” dei Sonic Youth, ovvero l’album che trasformò l’underground in mainstream

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Molte volte i commenti che leggo sui miei articoli sono cose tipo: “L’inizio della fine…” oppure “Dopo questo… il nulla!” e altre cose così. Questo accade perché, innanzitutto, tendo a preferire gli album successivi agli esordi della gran parte dei musicisti che ascolto e quindi a scriverne. D’altra parte ho sempre testimoniato una tendenza (forse oggi sorpassata) a screditare le band che dall’underground si spostano al mainstream. Oggi forse non accade in quanto le dinamiche sono molto cambiate, oggi siamo pieni di etichette indipendenti parecchio improvvisate, anche se alcune devo dire che fanno un buon lavoro. Ma oggi siamo praticamente tornati agli anni 80, quando tutto era in gioco, solo che il numero di persone che ci provano è aumentato esponenzialmente. E il mainstream è tornato a far cagare. Ma è più difficile generalizzare oggi, ci sono troppi fattori in ballo, la situazione non è nitida, non lo è perché manca un po’ di onestà e, soprattutto, di autocritica, almeno negli ’80 c’era lo scoglio del “presentare una demo”. L’unica cosa che dico io, che trascende ogni preconcetto temporale e stilistico è: ma se ti piace, cosa te ne frega se è mainstream o underground?

Riconosco che la questione sia un tantino complessa da ridurre a una domandina simile, ma provo a spiegarmi: nel 1991 i Sonic Youth andarono in tour con Neil Young. Era ancora, si può dire, il tour di “Goo” e fu il loro primo vero confronto con il mainstream, con tanto di concerto al Madison Square Garden, dove il fonico gli diede un sound particolarmente insipido, privilegiando e dando volume, meschinamente, a quello di Young, il quale a sua volta cominciò a estorcere alcune dissonanze tipiche del suo bistrattato gruppo spalla, eppure quello che successe in quelle date fu portare la musica dissonante ad un pubblico conservatore, e ci fu l’occasione di scioccare per davvero, anche perché è facile suonare musica dissonante in locali underground, più difficile è farlo al Madison! È lì che i Sonic Youth ebbero l’occasione di far arrivare il loro suono dove non era mai arrivato. È lì che lo spirito underground spacca i confini, e allora via le file di sedie davanti al palco, parte la decostruzione del palazzo, è qui che cambiano le cose, destrutturando le epoche passate del Classic Rock, che suonava sempre come se fosse l’ultima volta, mentre i Sonic Youth suonavano sempre come se fosse la prima. È questa l’identità della Gioventù Sonica, solo in questo modo ci si può sentire nuovi.

“Goo” è quindi lo spartiacque della carriera dei Sonic Youth, è il primo album prodotto dalla Geffen, l’album che li fa uscire dalla realtà underground nella quale militavano già da 8 anni.

Tunic, dedicata e immaginata per Karen Carpenter, che Kim intitolò così per via che la Carpenter era così magra che i vestiti le stavano addosso come delle tuniche, la canzone era anche una riflessione sull’autocontrollo; poi gli accordi studiati da Lee e Thurston per Mary Christ,  la voce di Ranaldo e la sua coda sonica in Mote è uno dei picchi di estrosità della loro carriera, “Goo” è uno degli album in cui l’energia dissonante e creativa dei Sonic Youth esplode al meglio, è l’album in cui imparano ad avere una visione più ampia di cosa potevano mettere nelle canzoni, andare a sovraincidere le chitarre e per caso far entrare Chuck D nel pezzo Kool Thing, parlare di una figura artistica come Karen Carpenter, così conservatrice eppure così oscura, e di far capire che potevano essere intriganti in un modo più completo, potevano trascinare uno spettatore a divertirsi ascoltando i loro pezzi, dando una sensazione di allegria e sconvolgimento, e poi la cover disegnata da Raymond Pettibon che già aveva collaborato con Black Flag e altre band del sottosuolo.  Tutti questi elementi fanno di“Goo” uno degli album più geniali e coinvolgenti della band e finalmente, con “Goo”, la band ebbe maggiore visibilità ma la verità è che non fu il loro genio a portarli nell’ufficio di David Geffen.

David Geffen era appena diventato uno degli uomini più ricchi e potenti dell’industria dello spettacolo anche per aver appena fondato la Dreamworks insieme a Stefanino Spielberg e il motivo per cui accettò di prendere i Sonic Youth e far uscire “Goo” fu che si era modificata la gerarchia del potere per cui quei suoni arrivarono al grande pubblico.

Perché quando il mainstream raggiunge un pubblico ancora più vasto, parte di esso ha sempre bisogno di differenziarsi, per cui una fetta del pubblico mainstream si rivolge all’underground e così fa fare un balzo in avanti all’underground. Di solito si tratta di figli di famiglie benestanti, perché quando un certo sound comincia a prendere anche i figli della gente scannata, i benestanti devono cambiare. Perché? Perché devono distinguersi. Il tutto succede a causa di uno spostamento determinato dalle forze in gioco in campo musicale, nella lotta per la distinzione. Le differenze le crea il potere di divulgazione, non il pubblico, il pubblico non vuole un cazzo.

Vi faccio un esempio: una cultura popolare apprezza le cicerchie in brodo. Il borghese, invece, mangia il filetto di pollo. Poi il filetto di pollo diventa appannaggio della classe sociale appena al di sotto che comincia a fruirne e a allora il borghese cosa fa per reclamare la sua difformità? Comincia a mangiare le cicerchie in brodo. Ecco come l’underground è diventato mainstream.

E in quel modo l’underground e artisti come i Sonic Youth, venendo ascoltati anche dai figli delle famiglie ricche, diventano di moda, perché sono loro ad avere il potere, e quindi sono loro ad avere i gusti. Infatti all’epoca non c’era cosa più cool a New York del riuscire a farsi vedere in giro con i Sonic Youth.

Perciò, se siete ancora convinti di avere dei gusti autentici quando declamate che i “veri” Sonic Youth siano quelli sotto la SST o la Blast First a seconda della sponda dell’oceano in cui eravate quando avete comprato i dischi, allora mi arrendo. Però, quando ascolterete “Goo” d’ora in poi, non pensate a tutto questo, non pensate ad altro se non al fatto che state ascoltando il loro miglior album.

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