Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Spice – Spice

2020 - Dais Records
punk-rock / indie

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Fist feeling
2. All my best shit
3. Murder
4. Reward
5. 26 dogs
6. Vo the night
7. Black car
8. The building was gone
9. I don’t wanna die in New York


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Dais Records nasce nel 2007, grazie all’ex cantante dei Panic Gibby Miller, che insieme al Visionario Ryan Martin ha saputo dare una linea artistica alla sua creatura che ha ben pochi eguali al mondo. Hanno registrato per la Dais, infatti, bands noise come Merzbow e rock come Iceage, passando per artisti new wave come Frank Alpine e Cold Cave. Il debut album degli Spice, gruppo californiano nato da un’idea di Ross Farrar dei Ceremony, è forse il capitolo, sino ad ora, più punk rock presente nel rooster dell’etichetta.

Veniamo al disco. Questo esordio, per gli Spice, non poteva essere più violento. Il lavoro, infatti, è composto da brani cruenti, sprezzanti, violentemente romantici, che traggono ispirazione da una meticolosa ricerca personale per quanto riguarda vocaboli e riflessioni, e da un background musicale strettamente anglosassone per ciò che ne concerne lo sviluppo. Nel complesso è un disco malinconico, che non lascia spazio a imbellettamenti nonostante sia suonato e prodotto in maniera impeccabile. Abbiamo i Superchunk di “No Pocket for Kitty” nel singolo di anticipo All my best shit, per esempio, ma anche i REM di “Monster” nell’estensione vocale che pervade l’intera durata musicale.

Questo omonimo disco di esordio, per l’immensa portata emotiva e culturale di cui si prende carico, ricorda, a freddo, il debutto dei Malady. Nonostante si stia parlando di due generi differenti, anche la band di Richmond, ricordo, seppe colpirmi sin dal primo ascolto in maniera netta, senza compromessi o sguardi a ritroso. Sarà perchè le due copertine, almeno cromaticamente, si somigliano, sarà perchè erano anni che non ascoltavo un disco così disperatamente rock e intriso della sua epoca, sarà perchè, sapendo della presenza di Farrar negli Spice, sono già partito prevenuto nel giudicarlo.

L’esordio omonimo degli Spice è capace di portarci nella Londra delle spese casual e di farci riprendere a fumare, grazie a brani come 26 Dogs e la snervante, veloce e pesantissima I don’t wanna die in New York, che deriva un’evidente e secca reminiscenza smithsiana, riscontrabile nell’attitudine di Ross degli ultimi anni di produzione artistica. Concludendo, Ross Farrar grazie agli Spice, consesso di musicisti provenienti da altri gruppi di spicco della Bay Area, compie un ulteriore passo avanti nella sua carriera di artista poliedrico, dedita a cinema, musica e impegno politico.

Disco fondamentale per il 2020.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni