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Robin Schlochtermeier – Spectral

2020 - Denovali Records
minimal

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Tracklist

1. Lapping
2. Woodlouse
3. Glacial
4. Foghorn
5. Transparence
6. Flutters 02:12
7. Sonnenstaub
8. Amethyst
9. Vapours


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Il 31 luglio, per la l’etichetta Denovali Records, è uscito il primo progetto solista del compositore anglo tedesco Robin Schlochtermaier. “Spectral” è un insieme di pezzi lenti, a volte ambientali, che funzionano come echi lontani di esperienze infantili del mondo naturale e materiale. Il punto zero di quest’album è l’esperienza di paternità.

My inspiration for the album is tied up in having become a father. As my daughter’s consciousness was forming, I would often catch an amazed look on her face or notice that she stopped and stared at some small detail in her environment. This would frequently evoke a profound sense of mystery in me, and I grew curious as to what was causing her to react in such ways.

Tecnicamente “Spectral” è stato registrato utilizzando un pianoforte verticale britannico degli anni Cinquanta con corde originali consumate, che occasionalmente vengono inumidite con stucco per poster. Un pianoforte preparato da un Erik Satie contemporaneo in buona sostanza.

La cura per il dettaglio si traduce in un profondo senso di intimità. Gli altri elementi sono tutte le forme di elettronica e di sound design, compreso un software synth (Retrologue) e suoni programmati personalizzati generati dalla banca di registrazioni originali del compositore. Proprio perché è una stratificazione del processo di percezione ed osservazione eviterò di illustrare l’album traccia per traccia.

Il lavoro di Robin Schlochtermaier predispone ad un processo meditativo profondo nel quale le componenti di mistero, stupore e meraviglia riportano in superficie esperienze infantili assopite. Non è tanto il ricordo a riaffiorare, se per ricordo intendiamo la memoria di un evento legato alla successione di fatti, quanto la percezione di esso, delle sensazioni che l’episodio lascia dietro di sé.

Ricordi cosa hai provato la prima volta che i tuoi occhi hanno incontrato la nebbia? O quando hai visto per la prima le lucciole brillare nella notte? Difficile ricordare un momento tanto remoto nel tempo, ma che ha contribuito a formare la percezione del mondo. Ma nel processo di osservazione di se stessi, è possibile ricordare la sensazione, non tanto l’episodio, legato alla prima volta che abbiamo visto il sole passare tra i rami degli alberi, o quando abbiamo pensato che quelle scale erano davvero troppo alte per le nostre piccole gambe.

Spectral” costruisce e ridefinisce soundscape interiori non convenzionali, intimi, delicati, pieni di mistero e meraviglia. Non solo, avendo ascoltato questo album esclusivamente in viaggio ha in qualche modo plasmato anche i landscape che i miei occhi hanno incontrato durante l’ascolto.

Forse il senso ultimo del lavoro d Robin Schlochtermaier è esattamente questo, una continua ridefinizione della percezione della memoria e dello spazio che la contiene, un continuo dialogo tra quello che ha contribuito alla formazione del nostro essere e quello che per strada abbiamo perso e dimenticato.

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