Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

The Flaming Lips – American Head

2020 - Bella Union [PIAS]
psych rock

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Will You Return / When You Come Down
2. Watching The Lightbugs Glow
3. Flowers Of Neptune 6
4. Dinosaurs On The Mountain
5. At The Movies On Quaaludes
6. Mother I've Taken LSD
7. Brother Eye
8. You n Me Sellin' Weed
9. Mother Please Don't Be Sad
10. When We Die When We're High
11. Assassins Of Youth
12. God And The Policeman
13. My Religion Is You


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Il sedicesimo album dei Flaming Lips, intitolato “American Head”, è uscito l’11 settembre a cura dell’etichetta discografica Bella Union. Il disco, composto da 13 tracce, è stato prodotto dal fedele collaboratore Dave Fridmann insieme alla band di Oklahoma. Il nucleo centrale del progetto americano, composto dal talentuoso Wayne Coyne alla voce e dal valido polistrumentista Steven Drozd, ha realizzato un lavoro profondamente personale affrontando questioni delicate: dall’amore alla morte, dalla droga alla religione.

American Head” si apre con la canzone malinconica Will You Return / When You Come Down. Qui il frontman si interroga sul perché quando succede qualcosa di terribile accade ad una persona cara (What went wrong/ Now all your friends are gone). Nel secondo brano Watching the Lightbugs Glow spunta la trascinante vocalità della superstar country Kacey Musgraves, mentre Flowers Of Neptune 6 si presenta in perfetto stile Flaming Lips, un po’ psichedelico, un po’ sognante. All’inizio del testo si legge: “Yellow sun is going down so slowDoing acid and watching the lightbugs glow” e poi prosegue: “Like tiny spaceships in a row/ The coolest thing I’ll ever know”.

I Flaming Lips sono celebri anche per le loro esibizioni dal vivo. Il momento in cui il leader si lancia sul pubblico “surfando” sulla folla all’interno di una gigantesca palla di plastica trasparente, è un momento iconico. Nel video di Dinosaurs On The Mountain – uscito il 9 luglio e diretto da George Salisbury – compaiono sul palco i Lips pronti a suonare e davanti a loro una platea composta da grandi e piccoli. Tutti quanti (musicisti e pubblico) sono posizionati all’interno di queste sfere morbide e rotonde pronti per lo show. Considerando che nel 2020 l’umanità intera sta purtroppo convivendo con il Covid-19 è giusto che la band capitanata da Wayne Coyne lanci un proprio messaggio.

At The Movies On Quaaludes è un’altra bellissima melodia triste in cui emerge la spinosa questione della droga: “As we destroy our brainsTill we believe we’re deadIt’s the American dreamIn the American head/ e ancora You and meIn a drug dream lifeMakes you think about if we/ Ever get out alive. “Probabilmente era l’estate del 1969 e mio fratello maggiore – l’artwork è la raffigurazione del fratello del cantante in questo periodo – era seduto in veranda con mia (nostra) madre. Le stava dicendo che aveva preso L.S.D…” ha raccontato Coyne riguardo al pezzo successivo Mother I’ve Taken LSD. Nella ballata Brother Eye rimbomba il verso: “Can you live forever??”. Mother Please Don’t Be Sad è uno dei momenti più belli del disco. Il contenuto narra un altro episodio legato al passato dell’artista. Il verso When We Die When We’re High sprigiona una potenza incredibile. Inizialmente il componimento Assassins Of Youth doveva far parte dell’omonimo album dei Deap Lips (Flaming Lips + Deap Valley) ma poi ha trovato la giusta collocazione in “American Head”. In You n ‘Me Sellin Weed e God and the Policeman – nei cori emerge ancora l’incantevole voce di Kacey Musgraves – ritorna il problema della tossicodipendenza. Infine l’elegante brano My Religion Is You affronta uno dei temi più complicati e controversi di sempre: la fede. Un finale incisivo.

Se dal punto di vista della sonorità “American Head” si avvicina alle meraviglie scaturite dai predecessori “The Soft Bulletin” del 1999 e “Yoshimi Battles The Pink Robots” del 2002 dal punto di vista concettuale spicca un lavoro testuale notevole. “American Head” funziona perché contiene un po’ tutto, dalla gioia al dolore, restando comunque ancorato alla migliore versione dei Flaming Lips, un gruppo incredibile e attivo, è doveroso ricordarlo, da trent’anni.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni