1. Combatti
2. Nessuna fiducia
3. Confusione
4. Incubo
5. Dentro agli schermi
6. Fogna
7. No futuro
8. Stella morta
9. Sogni illusioni
10. Credi
11. C.D.P.M.
A Milano la più importante realtà culturale underground degli ultimi cinque anni è sicuramente Occult Punk Gang. Organizzano, stampano, scrivono, fanno controinformazione. Ci raccontano di una città differente, ctonia, che sta riprendendo a macinare cultura e che si sta occupando delle esigenze di chi ne ha maggiormente bisogno. Occult Punk Gang è un collettivo di ragazzi, che potreste essere voi che leggete questa recensione.
E che a livello musicale, poi, propone dischi che escono su Iron Lung Records da Detroit, l’etichetta di Bastard Noise, Disfear, Wipers e Red Death, per citarne solamente alcuni. E volete sapere una cosa? Se lo merita pienamente, di proporre musica prodotta da Iron Lung. Quando suonato io avrei pagato per poter avere una simile opportunità: si vede che non me la sono guadagnata.
Il disco in questione è il nuovo full length dei Kobra, nei quali militano componenti di Occult Punk Gang. Si tratta di un disco punk rock noise eloquente e diretto, suonato con foga e rispecchiante, nella sua totalità, l’atmosfera che sta vivendo il cosiddetto “movimento” in questi tempi.
I pezzi che compongono “Confusione” sono, in totale, undici, e spaziano dall’anarco-punk più apocalittico ad un noise consapevole e filosofico: spronano, parlano di rivolta e di sangue, arrivano dallo stomaco e no, non sono per niente ripetitivi. Nè tra di loro, contemplando l’interezza del disco, nè se si parla di autocitazionismo: rispetto al lavoro precedente, un omonimo Ep, infatti, è più grezzo e meno curato del disco in questione, forse a cause di un’attenzione riposta soprattutto nell’impattare in modo preciso le volontà dell’ascoltatore. Nessuna fiducia e Incubo ci riportano dritti e precisi ai fasti dell’anarcopunk italiano di metà anni ’90, quando per esempio tra Massa e La Spezia venivano formati gruppi nuovi ogni venerdì sera e il weekend dopo le stesse persone erano a suonare al Forte Guercio o alla Scintilla.
I Kobra da Milano però mischiano questa rabbia, giustificata e a tratti irrazionale nella sua lucidità, ad una sonorità precisa, malinconica e visceralmente occulta che fa letteralmente girare la testa. Non mancano solidi e riottosi inni, come No futuro e Combatti, giusto per non divagare troppo, ma il succo della questione è che “Confusione” sia un grandissimo disco punk. Con la voce trascinata, con gli entusiasmi di sempre, con la cura nelle citazioni milanesi e californiane come accade in Credi, tutta devota ai Dead Kennedys. Capace di eliminare preventivazioni e voli pindarici per liberarsi in un lungo, complesso istituto creativo alla Crass.
Uniti nel dolore, uniti nell’abbraccio.