Erasure – The Neon

Avviare la riproduzione e ritrovarsi improvvisamente all’interno di un disco club negli ottanta, con la barra luminosa che pian piano si scalda, per poi accendersi e dare inizio al party. Questo è “The Neon”, il nuovo album di Erasure. 

Un vero e proprio tuffo nel passato, quasi a tributare un sound perduto, ma non proprio, visto che il revival ’80/’90 è nel pieno del suo corso. In ogni caso, il duo britannico non ha certo bisogno di prendere ispirazione dalla magica epoca del dancefloor, visto che per anni hanno dominato le classifiche in diversi paesi europei con le loro hit, come “A Little Respect” o “Chains of Love”. 

L’ultimo lavoro ricalca quella che è sempre stata l’anima dell’iconica formazione inglese: il puro e tradizionale synth-pop, fatto di sequencers, sintetizzatori e drum machines. Da Hey Now (I got a feeling) a Fallen Angel, da Tower of Love a Diamond Lies, brani impregnati di ricordi del passato, di suoni che rievocano le notti di un momento in cui la musica ha subito un grandissimo cambiamento, nella sua sostanza e nella sua visione. La pop music non serve più solo a far cantare a squarciagola, ma diventa anche pretesto per far vivere magiche notti di divertimento. Tra i protagonisti di questo grande cambiamento, ci sono inevitabilmente gli Erasure e quello che rappresentano: non solo la musica, ma la cultura di un’epoca.

 New Horizons è la ballad che dà respiro al disco, un piano e voce e poco altro, prima dei due brani di chiusura, Careful What I Try to Do e Kid You’re Not Alone. “The Neon” non è altro che questo: una rappresentazione di ciò che è stato e che non è più. Un’uscita discografica che strizza gli occhi per lo più a chi quegli anni li ha vissuti, senza proporre novità significative.

Piacerà sicuramente ai tradizionalisti; probabilmente non incuriosirà più di tanto gli ascoltatori che cercano qualcosa di fresco, di nuovo: ce lo si poteva aspettare.