Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Garcia Peoples – Nightcap at Wit’s End

2020 - Beyond Beyond Is Beyond
psych rock

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Gliding Through
2. Wasted Time
3. Altered Place
4. Fire of the Now
5. Painting a Vision That Carries
6. One at a Time
7. (Our Life Could Be Your Van)
8. Crown of Thought
9. (Sound Controls Time)
10. A Reckoning
11. (Litmus)
12. Shadow


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Nightcap at Wits’ End” è oramai la quarta prova in studio per i Garcia Peoples, sestetto del New Jersey attivo dal 2018 e parte della scuderia di Beyond Beyond Is Beyond Records (Kikagaku Moyo, The Myrrors, Heaters, Joel Gion dei The Brian Jonestown Massacre, …).

Come suggerisce il nome stesso della band, diversi episodi di “Nightcap at Wits’ End” si rivelano figli dell’universo creato nel 1965 da Jerry Garcia, anima dei leggendari Grateful Dead e figura centrale della controcultura anni Sessanta: si pensi ai cambi di tempo e alle reiterazioni psichedeliche dell’ottima Wasted Time, agli intrecci epico-allucinogeni della riuscitissima Painting a Vision That Carries (in cui riconosciamo anche un pizzico di energia incendiaria presa in prestito da casa Who) o ancora agli splendidi dialoghi tra chitarre e batteria di Crown of Thought.

In “Nightcap at Wits’ End” troviamo però anche qualche parentesi leggermente più heavy, come le esplosioni pseudo-stoner dell’introduttiva Gilding Through, figlie del progressive ad inclinazione avant-jazz di King Crimson, Yes e Jethro Tull, ed una serie di brani dal groove decisamente più folk-rock, alla Crosby, Stills, Nash & Young: Altered Place, Fire of the Now e soprattutto l’eccezionale doppietta Ona at a Time / (Our Life Could Be Your Van), cuore del disco e vero e proprio momento di estasi strumentale. Il compito di soppesare il tutto è lasciato ad A Reckoning e Shadow, un paio di ballate acustiche costruite con soavi arpeggi, mistici canti e tamburi in sordina.

Una cosa è chiara fin dal primissimo ascolto: ci troviamo di fronte a musicisti esperti, a maestri delle live performances, capaci di sostenere un sound eclettico, ricco e retrò, che poco ha da invidiare a quello dei mostri sacri del genere. Insomma, i Garcia Peoples si presentano come vere e propre deadheads del ventunesimo secolo e “Nightcap at Wits’ End” è il loro ticket per un posto a sedere nell’olimpo dei revivalisti anni Duemila, a fianco di artisti quali Steve Gunn e Chris Forsyth.

Un disco che farà impazzire non solo i nostalgici dei sixties, ma tutti gli amanti della musica dal vivo. In un momento storico surreale come quello che stiamo vivendo, in cui la riapertura delle sale concerti sembra essere solo una lontana speranza, tutto ciò che possiamo fare è alzare il volume, chiudere gli occhi e lasciarci trascinare nel passato da questi giovani discepoli di Jerry Garcia.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni