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Moonlow – Who Are You?

2020 - Trepanation Recordings
noise / sperimentale

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Tracklist

1. Day 1 (You Have No Enemy)
2. Day 2 (Can You Hear)
3. Day 3 (You Diminish Me)
4. Day 4 (I Am Digressing)
5. Day 5 (Zero)
6. Day 6 (And Then It Stops)
7. Day 7 (The Birds Sing)
8. Day 8 (Still Be)
9. Day 9 (The Sun Did Rise)
10. Next


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Moonlow è un nuovo progetto personale musicista e produttore Dust, musicista, compositore e cantautore cresciuto nel mondo del metal estremo e del post-punk. E tutto il suo background emerge nell’album “Who Are You?” uscito il 16 ottobre per la Trepanation Recondings.

Who Are You?” incoraggia ad entrare in una comunione quasi religiosa con gli elementi del sé. Il disco è stato scritto e registrato molto rapidamente in un momento storico carico di malattia e paura. Dust invita ad unirsi ai colpi di scena e alle sfumature di questo viaggio esistenziale, permettendo alla musica e alla sua voce affascinante di purificare almeno un po’ l’anima.

Il testo, spesso parlato, sussurrato o urlato, interroga concetti ed entità metafisiche che includono la morte, la paura, il dolore, Dio, la natura, la speranza, la gioia e l’amore. I brani seguono un periodo di nove giorni e poi lasciano la porta aperta per ciò che potrebbe o non potrebbe venire dopo.

Proprio perché i brani assumono la forma di un diario ho frammentato l’ascolto in 9 giorni circa, concentrandomi su un pezzo, e quindi su uno stato d’animo, per volta.

Day 1 (You Have No Enemy)

Cori spettrali, cappucci neri e un sinistrissimo ronzio aprono il diario sul quale verrà annotata la discesa nella tana del Dark-Bianconiglio. Una voce chiede insistentemente chi sei, ripetendoti che non hai nemici. Sicuro di non averne? (a parte te stesso, ovviamente)

Day 2 (Can You Hear)

L’organo alleggerisce (o appesantisce, dipende da che punto ascolto il mondo) le voci lamentose di fondo, distorte, sbilanciate, sussurrate e doloranti. Se posso sentire l’angoscia? Sì, penetra nelle cellule.

Day 3 (You Diminish Me)

“You diminish me”, ovvero “mi sminuisci”. Il sentimento di non essere mai abbastanza, il senso di inadeguatezza profondo e sordo provato anche solo una volta in un dato momento della vita resta nelle viscere e in certe circostanze scava il proprio labirinto, indisturbato e sordo.

Day 4 (I Am Digressing)

Divagare? Sì, è una pratica comune sottrarsi a piaceri per infliggersi dolori. Ammettiamolo tutti, in massa! Non solo, si svicola per il piacere, sottilmente (ma sottilmente proprio) masochistico di non raggiungere l’obiettivo per poi frignarsi addosso. Per fortuna, si divaga allegramente per protrarre il piacere del dolore. E le sonorità del pezzo rimandano a quelle di un alert che sembrano suggerire “vai, cazzeggia! Ma attenzione che la soglia di percezione del piacere vira rapidamente verso il dolore quando meno te l’aspetti”.

Day 5 (Zero)

Farsi trascinare giù negli abissi, senza opporre alcuna resistenza.

Day 6 (And Then It Stops)

E dopo aver raggiunto il fondo che si prova? Paura? Smarrimento? Ci si ferma e riparte da poche, semplici note che nel dark ambient assumono la forma di paletti segnaletici catarinfrangenti. Bisogna fissare i punti di meno buio, diciamo.

Day 8 (Still Be)

Essere ancora. O esserci ancora, a seconda di come ci si interroghi circa la presenza del divino. Still Be-Lieve. Esserci e crederci.

Day 9 (The Sun Did Rise)

Il sole è sorto e il viaggio è quasi giunto al termine. Si grida per vittoria. O per disperazione. In ogni caso vaffanculo, il peggio forse è passato.

Next

Limen. Cosa c’è dopo? Dopo questo momento, intendo. Il brano è carico di speranza, di stanchezza, di un sentimento misto tra delicatezza e malinconia. Si guarda sempre a quello che siamo stati negli abissi con una certa tenerezza.

Who Are You?” è un bel viaggio inaspettato durante il quale i novizi impareranno a prendere coscienza del proprio dark side e gli adepti avranno occasione di ascoltare qualcosa di rumorosamente poetico”.

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