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Fabrizio Fedele – Addicted To Different Monsters

2020 - Elison Musique
jazz

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Tracklist

1. Sad Like A Grasshopper
2. Addicted To Different Monsters
3. She Lies Heavy
4. No More Happy Thoughts
5. Once Were Cockroach
6. Jungle Of Steel
7. Waltz For Bimba
8. A New Dawn


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È uscita a fine novembre l’ultima fatica discografica del poliedrico Fabrizio FedeleAddicted To Different Monsters” per l’etichetta francese Elison Musique.

L’undicesimo disco da solista di Fedele mira a fotografare un presente fortemente condizionato dal periodo di lockdown cominciato a marzo e influenzato dal suo ritorno alla chitarra classica. Pur senza essere un disco unplugged è ricco di rimandi – questa volta più espliciti – alla sua vita personale (Walz for Bimba impreziosita dalle percussioni di Renzo Spiteri e che arrivano direttamente dall’ Orange Dot Studio nelle Shetland, Sad Like A Grasshopper, She Lies Heavy) e agli incontri musicali della sua carriera (Once Were Coackroach, personale omaggio all’immortale Blackbird dei Fab4).

Lontano da ogni forma di minimalismo esistenziale, Fedele rifugge dal pericolo inverso; non c’è ridondanza emozionale nelle sue tracce eppure è un disco che emoziona fin dai primi ascolti, anche in virtù del fatto che i plettri di Fabrizio sgranano note che lambiscono le sponde del Mediterraneo –posto dell’anima amato, odiato mai rigettato- per poi intingere le dita nelle acque fredde del fiume Detroit.

Accade così che, accanto al dinamico brano Jungle Of Steel, dedicato a Napoli e in cui Masaniello veste urban e scivola –come il pregevole sax di Pino Ciccarelli- tra i clacson di una metropoli immortalata prima del lockdown, e alla track, carica di sferzanti energie, che chiude il disco dal titolo beneaugurante A New Dawn, l’ascoltatore si imbatta nel brano che dà il titolo all’album: Addicted to different monsters. Qui ci si ritrova persi in mezzo alle lacrime dell’uomo, incastrati in un incubo in cui il fraseggio tra la chitarra classica e la Cerasa montano in un crescendo ossessivo fino all’incontro con il sax di Ciccarelli, messo in fuga dai numerosi mostri a cui non riusciamo a dare un nome.

Mostri che tormentano le nostre notti e che, solo sul finale, sembrano svanire lentamente, in dissolvenza solo per poi ritornare nel buoi, notte dopo notte in questa vita dal tempo sospeso.

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