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Moltheni – Senza Eredità

2020 - La Tempesta Dischi
songwriting

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Tracklist

1. La mia libertà
2. Ieri
3. Estate 1983
4. Se puoi, ardi per me
5. Il quinto malumore
6. Ester
7. Nere geometrie paterne
8. Spavaldo
9. Sai mantenere un segreto?
10. Me di fronte a noi
11. Tutte quelle cose che non ho fatto in tempo a dirti


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Ascoltare l’ultimo disco di Moltheni ha fatto rivivere in me quelle sensazioni che si provano quando si incontra dopo anni un parente, un cugino o uno zio, e scoprire che è rimasto uguale. Forse anche tu hai provato una simile emozione esprimendo con queste parole lo stupore: “Oh, sei sempre uguale!”. Con “Senza Eredità” ho esclamato le stessa frase: “Moltheni sei uguale a dieci anni fa”.

Non voglio che questa frase  suoni come una critica negativa come si fa con gli AC/DC per esempio. Moltheni ha saputo mantenere la propria autenticità. Questo album è il risultato di un anno di ricerche in cui Moltheni ha recuperato canzoni che non avevano mai visto la luce, nemmeno in demo, a partire dal 1998. Moltheni ha compiuto quest’opera di archeologia musicale e, rivisitando, riadattando e correggendo, ha portato alla luce “Senza eredità”. Anche per questo motivo l’impatto generale del progetto è senza tempo.

L’album è composto da 11 tracce che suonano come ci si aspetta da Moltheni. La semplicità fa da sovrana in ogni canzone. Gli arrangiamenti creano un certo tepore famigliare, specialmente per chi conosce già l’artista, che mette subito a proprio agio l’ascoltatore ponendo una base di incontro. Alla base di ciò troviamo una registrazione classica e senza compromessi che dona all’album quel sapore anni ’90 che però non stomaca.

Quello che più mi spaventava una volta letta la tracklist era il titolo di alcune canzoni come “Ieri” e “Estate 1983”. Pensavo di finire in un tunnel nostalgico e stucchevole. Paura totalmente infondata, perché queste canzoni hanno un retrogusto nostalgico che non va ad appesantire l’ascolto. Non sono brani melensi che nauseano. Sono belle storie, invece, nelle quali ci si può rispecchiare o perdersi come in un lungo viaggio. Questa è una cosa che ho apprezzato davvero molto.

“Senza eredità” non è il capolavoro di Moltheni, ma è un album comunque piacevole, onesto ed autentico. É come quel parente di cui si parlava all’inizio: coerente. Quest’album si piazza in un momento storico molto particolare è segna una boccata d’aria fresca per il panorama musicale italiano, nonostante ci si ritrovi in un sound già rodato e già sentito dallo stesso artista. È un disco che ci voleva. Siamo pronti ad accogliere l’eredità.

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