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Dante Elephante – Mid-Century Modern Romance

2021 - Born Losers
pop / r'n'b / soul / funk

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Tracklist

1. Find Somebody To Love
2. Jeni
3.E-Motion
4. Mid-Century Modern Romance
5. 90 days
6. Las Vegas
7. Santa Barbara
8. Birds Of Paradise


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L’ultimo lavoro dei Dante Elephante sembra essere quasi un disincantato e pressochè totale tributo alle sonorità R&B, soul, funk  e disco di fine anni ’70 e inizio anni ’80 del secolo scorso contenuto in un album di otto tracce pronto ad inaugurare il 2021 con melodie allegre e ballabili. Uscito infatti l’8 gennaio con l’etichetta Born Losers Records, “Mid-Century Modern Romance” segna un cambio di sound curioso per questa formazione di Los Angeles rispetto alla loro produzione precedente. Facciamo un passo indietro.

Il gruppo in questione, affermatosi piuttosto di recente, ha quasi sempre indirizzato il proprio sound verso una visione delicata e dolce della propria musica, armonie più tipiche dell’indie degli ultimi anni se vogliamo. Basterebbe dare un ascolto a brani come Never Trust A Junkie e Twenty Trees dall’album “Anglo-Saxon-Summer” (2015) per comprenderne abbastanza bene il raggio d’azione. Si tratta di brani orecchiabili, melodici, con un gusto pop-rock abbastanza assimilabile a gruppi come gli Weezer e al tempo stesso vicini al mondo  indie.

Con l’ultimo lavoro il suono di questa band viene ad amalgamarsi con dei rimandi più o meno vicini a Stevie Wonder, James Brown, Michael Jackson e tutta la disco di quegli anni, anticipati forse solo nelle sonorità della canzone Call Me (On The Phone). Find Somebody To Love si dimostra subito come una traccia d’apertura gioiosa, con un arrangiamento di fiati e ritmiche di chitarra deliziosi e convincenti soprattutto per la scelta di alternare una strofa distesa, rilassante e romantica ad un ritornello più accattivante e ballabile. Un’intenzione simile, quella più danzante, che ritroviamo anche in Jeni, la seconda traccia. In questa canzone un sapiente riff di archi e un ritmo sostenuto di batteria ci catapultano in una sala da ballo americana di fine anni ’70 e, con un sapiente assolo di sax, passiamo a E-Motion. Anticipato come singolo il 25 settembre, quest’ultimo si presenta come un brano molto più elettronico, con l’utilizzo di un synth che ricorda molto Madonna nella sua prima fase anni ‘80. Pur rimanendo sulle stesse “vibes” questo brano spezza sicuramente l’andamento più spassoso della prima parte. Assolutamente utile nel garantire una variabilità alla tracklist ma, complice un po’ la sua stessa monotonia, non spicca eccessivamente per qualità.

La quarta traccia di “Mid-Century Modern Love” è la stessa che dà il titolo all’album. Un ottimo lavoro sulle voci e un arrangiamento che strizza l’occhio al Phil Collins degli anni ’80 ci porta ad una canzone molto melodica e piacevole. Per tutta la sua durata, due minuti e trentasei secondi, potremmo chiudere gli occhi e lasciarci avvolgere dalla leggerezza del brano muovendo appena la testa a ritmo, ricordandoci quanto questo disco unisca la dolcezza  ma anche la ballabilità e il ritmo, in un’unione piuttosto curiosa quanto “80’s” appunto, che rinnega l’obbligo di ritmi sostenuti e “strong” dei brani mainstream più recenti legati al mondo della discoteca.

90 days è un altro singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, stavolta pubblicato il 29 ottobre. Una ballad molto vicina ad un lento da disco-music anni ’70 e, a mio avviso, uno dei pezzi più interessanti dell’album. A chiuderlo abbiamo un bell’assolo di tastiera ma è la dinamica, sempre più lenta e delicata, a far terminare il brano in modo curioso e fine. Una scelta raffinata ed efficace, come tutto il brano del resto. Anche Las Vegas è stato anticipato il 4 dicembre con un video ufficiale su Youtube molto divertente di cui lascio il link. Nel filmato abbiamo il frontman in viaggio verso la mitica città del Nevada con un enorme peluche di pinguino, il quale, scopriremo all’ultimo secondo essere il regalo per la fidanzata del protagonista.

Con Santa Barbara e Birds Of Paradise ci accingiamo ad ascoltare forse la parte più debole del disco; da una parte un’altra ballad, la quale, nonostante le ottime idee riguardo all’arrangiamento come quello del sax, il quale interviene seguendo la linea vocale durante i ritornelli, potrebbe risultare come un’ennesima traccia, la quale non riesce ad emergere. La seconda invece sembra semplicemente riprendere il medesimo concept dell’album, senza alcuna pretesa ulteriore se non per un notevole giro di basso e un buon riff di chitarra che sorreggono benissimo il brano.

Per quanto riguarda le conclusioni finali ci sono diverse cose che si possono dire. Innanzitutto che “Mid-Century Modern Romance” rientra perfettamente in una recentissima e più generale riscoperta della cultura anni ottanta che stiamo vivendo in pieno negli ambiti artistici più vari. Dall’ultimo album dei Muse “Simulation Theory” (2018) ai suoni dell’indie italiano più recente, passando anche per esempi cinematografici come la serie Netflix “Stranger Things” e le recenti trasposizioni dei romanzi di Stephen King come “It” e “Pet Cemetary”, la rivisitazione della cultura “80’s” è sicuramente al centro dell’attenzione delle arti, un cambiamento tangibile in cui questo album rientra a pieno.

Il secondo punto, sicuramente la componente vittoriosa di tutto il lavoro, è la sana alchimia instaurata tra la ballabilità e la dolcezza melodica dei brani, senza che una delle due componenti annulli l’altra. È comunque un disco piuttosto “monolitico” e in molti momenti ripetitivo, con alcuni brani che non riescono ad emergere come dovrebbero, senza una particolare identità rispetto ai singoli, solitamente i brani più forti e convincenti. Rimane tuttavia un album curioso di una formazione curiosa, che riprende un’idea forte di musica e vuole portarla nel 2021 con un’interpretazione personale, artistica.

Riguardo ai progetti futuri dei Dante Elephante ci possiamo porre diversi interrogativi. “Mid-Century Modern Romance” rimarrà un episodio isolato della loro discografia, con un probabile “ritorno alle origini”, oppure l’inizio di un percorso tutto nuovo, magari sulla stessa lunghezza d’onda?
La nostra curiosità è lecita ma sappiamo bene quanto gli artisti non siano mai troppo schiavi delle previsioni o delle probabilità, quanto semmai di un istinto profondamente personale e libero. Probabilmente sapranno sorprendere ancora il loro pubblico con scelte a noi sconosciute (ed è giusto così). Le possibilità che si aprono a questa band sono diverse, tutte piuttosto positive e per questo gli auguriamo il meglio per la loro carriera!

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