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Miss Massive Snowflake – Your Favorite Band

2021 - North Pole Records
fuzz rock / alternative rock

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Tracklist

1. To The Bone
2. The Doorman
3. Church Casino
4. Una cura
5. Your Favorite Band
6. West Palm Beach
7. Oh Shoot
8. Florians Hair
9. Hot Coffee
10. What A Wall (Flags Mean)


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Miss Massive Snowflake arriva da lontano, dal Montana. Miss Massive Snowflake è l’unione di corpi e menti di Shane De Leon (ex-Rollerball), che ne dirige l’andamento tutt’altro che lineare, donando voce e chitarra, liriche e anima, Andy Brown (se non avete ancora ascoltato “Vitamin F” dei suoi Fontanelle, beh, fatelo subito) e Jeanne Kennedy. Miss Massive Snowflake ha camminato a lungo per arrivare qui, partendo dal 2008, incrociando le strade di un’Italia musicalmente sempre più impermeabile a suoni non allineati, scovando chi, tra di noi, ancora non vuole arrendersi al piattume, trovando casa in quella Wallace Records (vessillo dei non allineati di cui sopra) e scambiandosi gli indirizzi con North Pole Records (coi nostri strambi approdati là, oltreoceano).

Rieccolo, anzi, rieccoli, a cinque anni da “The Final Photograph” e due dall’EP “Bobby And Sheila”, a uno dall’avvento dell’anno del lockdown, in cui le pareti di casa sono divenute mondo, studio di registrazione, palco su cui esibirsi. Luogo in cui creare, trasformarsi o restare se stessi. De Leon pare aver scelto ambedue le strade percorribili, imboccandole a gran falcate, forte della sua esperienza. Ispirato, forse come non mai, dalla situazione che ci stiamo ancora affrontando, da praticamente un anno, tutti quanti. È qui che nasce “Your Favorite Band”, un disco che gira come una trottola e non accenna a fermarsi, resa ancor più veloce dalla presenza di Jacopo Andreini (chi ricorda i devastanti Squarcicatrici?), Fabrizio Testa, Ty Herman e Keith Martinez.

Quante personalità può avere un solo album? Infinite, risponderebbe Shane, e non è una semplice boutade, perché la rotazione dell’oggetto prende tutto l’arco narrativo della band e oltre, e lo fa in continuità, che non è uno scherzo, io mi ci sarei perso: fuzz rock sporco e sanguinante (The Doorman), slowcore allucinato (To The Bone), synth punkeggiate e garage sbrocco marcissimo (Church Casino), trip progressivi e temperati da visioni ultraterrene dai tocchi greenwoodiani (Florians Hair), ballad elettriche sghembe e toccanti (Hot Coffee), incarnazioni dell’Iguana di “Avenue B” seduto al tavolo assieme ai Velvet Underground, a prendersi una pausa da una vita di disagi (Oh Shoot) e parapiglia in cui il r’n’r è roba da spintonarsi appoggiati al muro, strisciandoci, con in testa batterie gigatoniche e sbruffonate vocali (What A Wall (Flags Mean)) e poemi in lingua italiana, sormontati da roboanti lacerazioni noise, che, perché no, riportano alla mente qualcosa di Succi (Una cura).

Dal Montana spira un vento tutt’altro che freddo, semmai c’è il rischio di scottarsi e rimanerci sotto. “Your Favorite Band” non è un titolo, è un avvertimento. Tenetelo bene a mente quando lo metterete su.

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