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Palindrome – Forever Endless

2021 - Autoproduzione
avant pop / ambient

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Tracklist

1. Respiro
2. Could We
3. Birds
4. The Same Path (feat. 3 Roses)
5. Tempo
6. OUAT
7. Passing By
8. Outro


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“Forever Endless” è un viaggio. Non solo inteso come la colonna sonora perfetta per guardare fuori dal finestrino di un treno alle 18 di un giorno grigio e piovoso, ma un viaggio interiore nell’intimità di due musicisti, che si mettono a nudo in otto tracce intense, piene di pathos ed emotività.

Giunti oggi al loro primo full length album, i Palindrome sono attivissimi nell’underground torinese da ormai almeno un lustro e costituiscono senza dubbio una delle realtà più interessanti del panorama elettronico (sì, ma non roba da SU LE MANIIIEEAAAH) piemontese. Alessandro Maccarrone e Paolo Peyron sono la dimostrazione che, per lanciare un prodotto della Madonna, non servono gli anticipi a quattro zeri delle major o duecento featuring con artisti rastrello dalle dubbie intenzioni, ma bastano idee fresche, voglia di fare e connessione (umana, intendo. Non è che adesso ogni cosa riguarda internet).

Con le mani a coppino, i Palindrome, raccolgono le proprie influenze nell’avantgarde, nell’ormai mezza deceduta future bass, e nell’ambient, ma con notevoli ed evidenti reminiscenze pop (limpide come la rugiada in Could We e la splendida The Same Path) ricordando, specialmente nel mood, il più recente Alessandro Cortini. Le otto tracce che compongono l’album scorrono via in un baleno, ma non commettete l’errore di ascoltarlo una sola volta perché, a ogni replay, nuovi suoni sembrano saltar fuori come funghi, funghi talmente ben nascosti che persino il cercatore più esperto perderebbe al primo passaggio. 

Sotto l’albero dei Palindrome, assieme all’intreccio di pattern e riverberi, eterei tappeti sonori accompagnano strati e strati di lontane voci perse nello spazio profondo e informe, spazio dentro il quale si sente però, costante, l’eco nostalgica e oscura della solitudine e dell’incompletezza. Anime nere accartocciate su se stesse cantano il proprio morbido grido d’aiuto accompagnate da riverberi ambient e struggenti sinfonie sintetiche mentre corpi vestiti di bianco danzano compulsivamente sulle note distanti del duo torinese.

Il pianoforte dei Palindrome è il simbolo della sensibilità del progetto, la colonna portante dell’intera tracklist e lo scheletro che innalza ogni brano, permettendo loro non solo di camminare, ma anche di correre forte, quando il climax raggiunge il suo apice. Non solo sensibilità, ma costanza, energia e tanto da dire. 

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