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Tsubo – The C-19 Ep

2021 - Autoproduzione
grind

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Tracklist

1. Utopia di asservimento 
2. Kill Trend Suicide (Brutal Truth Cover) 
3. Tsubo - Glaciale distacco 
4. Troops Of Doom (Sepultura Cover) 
5. Indifesi 
6. Police Bastard (Doom Cover) 
7. Zoe 
8. Manipolazione di massa (Dogfight Cover) 


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Non sappiamo se il nome dell’importante gruppo latinense attivo dal 2003, animatore insuperato della scena grind nazionale, derivi dall’omofono Tsubo, termine utilizzato dalla medicina cinese per indicare i centri di regolazione umana inchiavardati nella carne. Sappiamo però che nei quasi venti anni di attività hanno sollecitato più di qualche incunabolo nervoso.

Potremmo quasi parlare di stigma Tsubo come un tempo si parlava di stigma per le strega, il punto segreto di indifferenza al centro dell’intollerabile. Si possono leggere in questo modo le claustrofobie da reclusione forzata di Utopia di asservimento: l’amtimetafora dell’attacco “Counting the cracks in the ceiling, staring at it for hours and hours. Dying forgotten in a concrete cube”, non rappresenta banalmente l’incubo della perfezione dell’autodisciplinamento, ma la certezza che ogni distopia è già ricomprensione dell’insostenibile all’interno della razionalità. Una malinconia violenta accompagna il racconto di un non-concept album volutamente disforico in cerca della perfezione low-fi che gli Tsubo sfiorano in Troops Of Doom dei Sepultura, una delle quattro cover che arricchiscono l’Ep; un’altra è Police Bastard dei Doom, con i quali anni addietro gli Tsubo hanno condiviso il palco.

Rispetto al precedente EP “Declino” autoprodotto nel 2017, “The C-19 Ep” ha una maggiore consapevolezza ritmica (si ascolti a proposito Zoe) che restituisce ai brani molti tirati una certa consistenza posh, come se il piatto forte dovesse ancora arrivare. O dovesse tornare tra le macerie del c-19, così apertamente simile nella spastica contrazione onomastica a una delle tante sigle che caratterizzano i rimedi vaccinali. E Manipolazione di massa – l’ultima cover, dei Dogfight – che chiude l’EP è un invito a rompere la solidarietà purulenta tra paura e aggressione, nella quale la riproduzione culturale viaggia con la stessa forza della pandemia.

Ci sembra che Tsubo con “The C-19 Ep” sforni una delle sue creature migliori, parlando di violenza mimandone l’ efferatezza e concentrando le potenti folate chitarristiche a battere un presente che sfugge a ogni attualità. Non un capolavoro, sia chiaro, ma una perfetta illustrazione di tutte le sfumature grind con le quali ringhiare sul mondo.

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