1. Open
2. Wet Plush
3. Angry Face Man
4. Day 1
5. Break
6. Rooms
7. After Sex
8. D1A
9. Closed
Sarà pur vero che Andrea Fioravanti era alla ricerca di una “via di fuga” dalle sonorità estreme dei suoi Postvorta, ma di certo non dall’oscurità. Facile affermarlo ascoltando il suo nuovo progetto Edna Frau (e già il richiamo a Jeff Buckley la dice lunga sugli intenti), gruppo completato dall’ugola dei The Doormen Vincenzo “Vins” Baruzzi, oltre alla gentile concessione batteristica di Fabio Alessandrini, impegnato dal 2016 a far tremare i palchi sotto i colpi thrash degli Annihilator.
Quello ordito dal polistrumentista assieme ai due sodali è un ponte aereo spazio-temporale con mondi passati, composti idealmente all’ombra di algidi palazzi newyorkesi e palazzoni popolari della Terra d’Albione, tra le maglie della Cortina di Ferro e nell’America post 11 settembre. Si sentono gli Interpol a fare da numi tutelari a “My Ego Is Bigger Than Yours”, ma c’è anche tantissima new wave e post-punk puramente europeo, che sia esso classicamente inteso che moderno (vengono in mente i Beastmilk).
Tradizione e contemporaneità fanno dunque del debutto della band qualcosa da tenere in considerazione. Il basso enorme troneggia e si fa largo tra melodie che fanno presa, in una colata di pece luminosa rintuzzata da particelle funk (Angry Face Man, Wet Plush, l’enorme Rooms), ma in men che non si dica lo scenario cambia ed è l’elettronica a far da contraltare, tra smodate sensazioni di amarezza (Day 1), cartelle che fanno saltare per aria il dancefloor a suon di distorsioni (After Sex) e spianate rumoroidali pronte a spazzare via ciò che rimane. Le parti vocali di Vins sono poi catchy il giusto e danno ai brani il quid necessario al decollo imminente, concedendo spesso il passo a note dolorose e sentite (D1A) come ciliegina su una torta amara cui si fa fatica a rinunciare.