Star Wars: The Bad Batch

Continua alla grande il fiorire di prodotti Star Wars sotto la giurisdizione Disney, che questa volta si affida alla saggia mano di Dave Filoni per continuare un lavoro già iniziato in Clone Wars (e non solo) e raccontare la storia del mitico gruppo Clone Force 99, già noto come The Bad Batch.

Filoni, ormai iper-conosciuto ed apprezzato dai fan, soprattutto dopo la seconda stagione di The Mandalorian che portava la sua firma, riparte dal punto più cruciale per tutti, e riesce da subito a ricordarci perché siamo fan della saga: non importa in quanti modi abbiamo già vissuto questo momento, lo scoccare dell’Ordine 66 continuerà a lasciarci tristi e sgomenti, qualsiasi cosa succeda dopo.

In questo caso la storia é appunto quella del Bad Batch, un gruppo di cloni con mutazioni genetiche, considerati non senza meriti l’élite dell’esercito e specializzati in missioni ad alto rischio, e del loro futuro dopo la fine della Repubblica e la nascita dell’Impero.

I primi nodi vengono sciolti da subito, senza forti indugi e nell’unico modo che potevamo sperare (anche se non senza sorprese), e da lì si ricomincia la giostra che ormai conosciamo bene: si viaggia nell’universo alla scoperta di pianeti sconosciuti, si introducono nuovi personaggi il cui peso nella saga potrà essere confermato solo dal tempo, si rincontrano vecchie conoscenze più o meno apprezzate e si rafforza il legame con i protagonisti.

Quest’ultimo non che fosse labile, il quintetto composto da Hunter, Wrecker, Tech, Crosshair e Echo si era fatto amare dalla prima apparizione nella precedente serie animata, ma rimane incantevole scoprirli piú a fondo e realizzare come, sebbene fondamentalmente siano cloni, siano tutti diversi tra loro.

Con il primo episodio rilasciato l’ormai arci-noto 4 maggio, non ci si può aspettare che un prodotto assolutamente curato, che espanderà ancora di più il canone, lasciandoci affamati di nuovi contenuti.

Tutto il resto, é spoiler.