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Dee Snider – Leave A Scar

2021 - Napalm Records
heavy metal / hard rock

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Tracklist

1. I Gotta Rock (Again)
2. All Or Nothing More
3. Down But Never Out
4. Before I Go
5. Open Season
6. Silent Battles
7. Crying For Your Life
8. In For The Kill
9. Time To Choose (feat. George “Corpsegrinder” Fisher)
10. S.H.E.
11. The Reckoning
12. Stand


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Dee Snider, voce dei Twisted Sisters, una leggenda heavy metal e anche una maschera pop, assieme a Rob Halford e Bruce Dickinson l’unico in questo genere ad essere in grado di scrivere e interpretare inni di potenza unica e inequivocabile.

Mi piace l’heavy metal? Manco per il piffero (a parte il Metal God Halford, per lui un posto nel mio cuore c’è e ci sarà sempre). Dunque nemmeno i TS, per carità, ma proprio per questo mi sono approcciato a “Leave A Scar” senza alcuna aspettativa e sapete cosa? ‘sto disco è una bomba a mano tirata dritta per dritta. Sarà che sto attendendo schiumante il nuovo album di Andrew W.K., che proprio di HM sembra imballato, a giudicare dai singoli, sarà che, inconcepibilmente, pure il nuovo pezzo degli Iron Maiden m’è piaciuto. Starò invecchiando. Chi lo sa?

Intanto eccoci qua. Disco prodotto da quel prezzemolo metalloide di Jamie Jasta (nemmeno gli Hatebreed mi piacciono, tanto per mettere i puntini sulle i) e fa un lavorone, perché uno dei punti di forza di “Leave A Scar” è proprio il sound bestiale e gonfio, che rende le parti suonate dalla band di Dee un vero treno proiettile. Snider è il signore degli anthem, e questo lo sanno tutti, ma dimostrarlo anche oggi, nel 2021, è più che giusto, e quindi l’album entra a tavoletta, i motori restano sempre al massimo dei giri e la velocità prende il controllo di questa macchina fiammante le cui componenti sono tutti cliché di genere estremizzati e potentissimi, funzionali e giganteschi. Ogni pennata, i groove schiacciasassi, gli assoli. Tutto estremamente aggressivo, tirato e violento il giusto, ovvero tanto, perché se si deve esagerare, lo si fa bene. La temperatura è altissima, lo si sente forte e chiaro su bordate come The Reckoning, All Or Nothing More, Down But Never Out (e quei cori metalcore, che perla d’ignoranza), I Gotta Rock (Again) e tutte le altre, che qui di cose leggere non c’è traccia.

Lui poi è facile immaginarselo, in posa davanti al microfono, in forma smagliante e smargiasso, pronto a prendere tutti i ritornelli e lanciarli in aria per perforarli con la sua voce ancora devastante, che si tratti di far male o far volare, lui c’è. Se ci aggiungete anche che duettare con George “Corpsegrinder” Fisher poteva sembrare una pessima idea e invece è una legnata infinita, si spalleggiano su Time To Choose, martello schiantato sul cranio e ali d’acciaio in combinazione, che sembra non abbiano fatto null’altro tutta la vita. Se pure la ballad Stand e la super heavy-pop-metal Open Season risultano un peso da una tonnellata è anche merito di questo vocione mostruoso. Sorvoliamo sui testi, che non c’è bisogno di dire che l’esperienza cliché è qui che trova lo sfogo maggiore (se non contiamo l’oscena copertina).

Dee Snider ha 66 anni ma ci crede ancora tantissimo, e potete giurarci che è pronto a fare il culo a tutta una schiera di metallari ben più giovani di lui. Corey Taylor prendi nota e impara, che so che è il disco solista che volevi fare tu ma non ti è riuscito di fare.

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