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Warren Ellis – Nina Simone’s Gum


Scheda

Autore: Warren Ellis
Uscita: 02/09/2021
Editore: Faber & Faber
Pagine: 208
Prezzo: € 26,81

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Nel 2014 sedevo, assieme ad un mare di altre persone, in una delle sale del Cinema Massimo di Torino per la visione di “20.000 Days On Earth” di Nick Cave organizzata dal Torino Film Festival. Fu visione che mi toccò al punto che ad un certo punto piansi (quando Blixa e Nick in macchina parlano del loro rapporto umano e musicale andato in frantumi rividi me e la mia band storica da poco scioltasi). I miei vicini mi guardarono con la pietà che si riserva agli sciocchi.

Ciò che però mi rimase più impresso fu il racconto di Warren Ellis e Cave di un concerto del 1999 di Nina Simone e di come Warren si portò via quello che noi piemontesi chiamiamo un “cicles” e che per tutti comunemente è una gomma da masticare, che fino a poco prima che il pianoforte cominciasse ad essere pestato con furore stava nella bocca della regina del jazz per poi finire in un asciugamani e poi in una borsa di un negozio di dischi.

Sette anni più tardi Ellis decide di raccontare quella storia in un memoir, anche se di memoir non si dovrebbe parlare. “Nina Simone’s Gum” è qualcosa che va oltre il semplice libro della rockstar vissuta, anche perché se c’è una cosa che Warren non è (a differenza del sodale Re Inchiostro), è proprio una star del music-biz. Non usa mai le parole per esprimersi, né nei suoi Dirty Three né men che meno coi Bad Seeds, ma questo libro dimostra come sia non solo capace di farlo, ma anche di possedere un’intensità letteraria fuori dal comune. L’oggetto che contiene la storia non è un semplice oggetto, va oltre, racchiude in sé la bellezza della materia, qualcosa di visuale che si traduce in fotografie, grafica e composizione, l’opera di un’opera, la gomma da masticare di Nina Simone.

Ellis srotola la sua vita in un afflato di ricordi poetici, in una mistica leggera e sboccata. Al centro di tutto c’è il chewing gum, che finirà esposto nella mostra “Stranger Than Kindness” di Cave (a tal proposito vi consiglio di procurarvi il volume ad essa dedicato edito da Il Saggiatore), su un piedistallo di marmo. La strada che porta a quel momento è un viaggio splendido e magistralmente trasposto, un racconto d’amore tra un uomo e quella che è chiaramente una reliquia agnostica ma non meno sacra, capace di catalizzare le attenzioni delle persone più disparate, e tutto attorno girano i frammenti di quello che Warren ha fatto e vissuto, dalla natia Australia fino al resto del mondo, accompagnato da altre reliquie che hanno cambiato la sua vita, il suo violino, una musicassetta di Arleta, famosa cantante folk greca, strumenti musicali che giacciono abbandonati in sperdute discariche e a cui un ragazzo fragile dà seconda vita, incorporandoli nella sua. Un flusso vitale che si stringe a imbuto fino al suo ingresso nei Semi Cattivi, come se il destino fosse lì in agguato. I personaggi in cui si imbatte sono mostri sacri, maestri che hanno votato la propria esistenza alla musica, professionisti ma, soprattutto, esseri umani, ed è proprio questo che l’autore lascia trasparire in assoluto.

Il lavoro amorevole del musicista australiano è un’esplosione sentimentale che nulla ha da invidiare al suo sodale di sempre. Toccante come quel film che vidi nel 2014, profondo ed emotivamente dispendioso. Un oggetto da conservare gelosamente. Come ha fatto lui con quel chewing gum. Perché a volte sono gli oggetti ad aiutarci a scrivere il nostro futuro. Spero vivamente che qualche editore italiano decida di tradurlo nella nostra lingua, perché sarebbe un peccato non dovesse accadere.

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