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“Surfer Rosa”: nessuno, davvero nessuno, suonava come i Pixies

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Quella dei Pixies, almeno all’inizio, fu una storia come tante, compreso l’annuncio pubblicato su un giornale locale per reclutare aspiranti rock star in grado di completare l’organico: a quello riguardante il/la bassista rispose Kim Deal, che in realtà suonava la chitarra e che per entrare nella band si fece prestare il basso dalla sorella Kelley.

A quel punto mancava il batterista, e fu la stessa Kim Deal a suggerire a Black Francis e Joey Santiago il nome di David Lovering, il cui garage divenne presto la sala prove della band. Poi, le prime canzoni scritte, la solita trafila di concerti alle feste di fine anno, e l’apparizione sulla strada dei quattro di Ivo Watts-Russell, che li prese sottobraccio fino agli studi della 4AD, da dove iniziarono a marcare il territorio con “Come on Pilgrim“, un EP di otto pezzi pieni di energia urgente e urlante col quale i Pixies cominciarono a raccogliere i primi allori.

Da qui alla gloria il passo fu breve: “Surfer Rosa” era un eden selvaggio dove angeli in calore raccontavano cose segrete e terribili in un tripudio di garage/surf/pop/punk -rock smagliante come un sorriso e torbido come una molestia. Una dolcezza raramente esasperata squassata all’improvviso da scariche di energia grezza e concitata, col gran burattinaio Black Francis che urlava come uno al quale non s’era aperto il paracadute, e Joey Santiago che infilava uno dietro l’altro riff saettanti e sulfurei.

Surfer Rosa” non aveva nessun equivalente diretto: era il delirio bonario di un gruppo di nerd con le faccie premute sulla vetrata di un manicomio. A volte suonava come la versione hard-rock dei Violent Femmes, altre, quella pop dei Pere Ubu.E mentre Black Francis, autoproclamatosi l’Hernest Hemigway dell’indie-rock,  sgranava il rosario delle proprie ossessioni ( incesto, religione, mutilazioni, sesso e violenza), ascoltandolo Kurt Cobain riempiva il taccuino di appunti sotto il titolo “come scrivere una canzone pop di successo”: in pratica, stava preparando Smells Like Teen Spirit. “Surfer Rosa” si prese il premio di disco dell’anno per “Sounds” e “Melody Maker“, e la sua urgenza urlante fu il caso rock del 1988.

Quando era leggero, non era mai superficiale, quando era pesante, non era mai ossessivo: “Surfer Rosa” era uno scherzo da goliardi perversi, sgomitolava allusioni pop e trame hardcore e fu bravo Steve Albini a cogliere ed esaltare sia il lato ancora naif che quello già malizioso della band. Il futuro Shellac mise i microfoni e fece registrare alcuni pezzi nel bagno per esaltare l’approccio live-in-the-room, e lasciò i nastri in movimento per trattenere frammenti di conversazioni poi riversate nell’album. In vetrina almeno un paio di classici futuri del gruppo di Boston: Kim Deal definiva un nuovo standard di canzone rock al femminile con Gigantic, una ballata alla panna acida, elusiva ed allusiva, e Black Francis metteva in curriculum Where Is My Mind?, catturata all’incrocio tra la foschia drogata di Lou Reed e il Neil Young altezza “Harvest“.

Ispirata alle immersioni subacquee alle Bahamas del bandleader, Where Is My Mind?  fu la canzone che garantì ai Pixies la pensione per la vecchiaia: finì, tra le altre cose, a suggellare gli incubi del “Fight Club” di David Fincher e a quelli di Eli Roth in “Knock Knock“. Scalmanato e giocoso, ironico e dissacratore, il rock’n’roll dei Pixies viveva di dualismi e deragliamenti, era uno scroscio ininterrotto di estremi sovrapposti, un’epifania di traiettorie eccentriche, e lasciava immaginare tutto quello che non diceva. Poi, non avrebbero più suonato così ingenuamente ignifughi alla normalità, e “Surfer Rosa” restò nel tempo un inseminatore di idee, atteggiamenti e modalità. Dai cori nevrotici dell’inarrestabile Bone Machine (altro classico) allo ska-punk di Something Against You, dal ’77 inglese di Broken Face allo spanglishdi Oh My Golly, era tutto un ribollire di velocità alternate, scoppi emotivi e parabole rovesciate.

L’art-rock di “Surfer Rosa” era un faro acceso sul confine fra gli anni Ottanta e il decennio successivo, e i Pixies avevano scoperto il passaggio segreto per il paradiso.

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