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Lleroy – Nodi

2022 - Overdrive
noise rock

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Tracklist

1. Cane maggiore
2. Il Tramontabile
3. GAP
4. Hysteria
5. Bava
6. Wanda(l)ism
7. Minimo Comune
8. Una Risposta 


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I cult noise-hardcorer bolognesi Lleroy escono con il nuovo lavoro “Nodi”, un incidente stradale gravissimo tra Jesus Lizard, Melvins, i Verdena di “Requiem” e il primo disco del Teatro degli Orrori, che porta a totale definizione il sound e il carattere del trio, come se già non fosse abbastanza chiaro. La voce graffiata e penetrante e le chitarre acide e spigolose di Francesco Zocca sembrano strappare l’intreccio ritmico di Chiara Antonozzi e Riccardo Ceccacci che, perfettamente incastrati tra loro, creano la sensazione di un treno merci fuori controllo lanciato verso un precipizio e morte certa.

I testi sono semplici ma allo stesso tempo pesanti come cemento, squisitamente non-sense ma che in fondo un senso ce l’hanno eccome. Sembrano appunto nodi dell’anima, come qualcosa che preme per uscire, e che non trova sfogo se non entro i pezzi di questo disco. “La rabbia è magica credimi”, gridano in uno dei miei momenti preferiti del disco, esorcizzare un sentimento del genere dopo la situazione che abbiamo vissuto tutti non è solo un’azzeccata scelta artistica ma è un bisogno vero e i Lleroy l’hanno capito e reso egregiamente. 

Pur essendo un disco improntato sulle martellate sonore con un chiaro approccio sludge e punk hardcore, “Nodi” riesce a ritagliarsi i suoi momenti di apparente calma, impreziositi dall’intervento del violoncellista Giuseppe Franchellucci, un piacevole contrasto all’energia quasi fisica che fa da filo conduttore al lavoro. I suoni e la produzione di “Nodi” sono sicuramente uno dei punti di forza del disco: meritano una menzione il lavoro di Giulio Ragno Favero e lo studio Sotto il Mare, binomio che dietro il mixer difficilmente delude, se il tutto poi è coronato dal sapiente mastering di Claudio Adamo a Fonoprint direi che raggiungiamo uno degli apici più alti della produzione musicale in Italia. 

I Lleroy hanno sfornato forse il disco più bello della loro ormai sostanziosa storia, poco meno di 40 minuti di urgenza, violenza sonica e voglia di distruggere la normalità e la piattezza dell’esistenza. Mentre si ascolta “Nodi” pare di stare dentro una sommossa, una di quelle proteste di piazza che generano l’insofferenza più disgustata e rabbiosa, si prendono un po’ di botte certo, se ne esce con livido in faccia e un dente sbeccato, ma la causa è nobile e va combattuta ad ogni costo.

Per chi non avesse avuto modo di assistere alla release del disco nella cornice del Locomotiv a Bologna, si può trovare su Youtube il video della performance live di Bava e Minimo comune al Cabot Cove sempre a Bologna realizzato e curato da Grandine Records, che rende benissimo l’idea di cosa significhi vedere i Lleroy dal vivo.

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