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Gwar – The New Dark Ages

2022 - Pit Records
heavy metal

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Tracklist

1. New Dark Age
2. Blood Libel
3. Berserker Mode
4. Mother Fucking Liar
5. Unto The Breach
6. Completely Fucked
7. The Cutter
8. Rise Again
9. The Beast Will Eat Itself
10. Venom of the Platypus
11. Ratcatcher
12. Bored to Death
13. Temple Ascent (Death Whistle Suite)
14. Starving Gods (Death Whistle Suite)
15. Deus Ex Monstrum (Death Whistle Suite)


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I Gwar sono e resteranno sempre un’istituzione, fedeli a se stessi come pochi altri, soprattutto contando ciò che fanno e quello che incarnano, ovvero una realtà autocostruita sul finire degli anni ’80 e che ancora non cede il passo, nemmeno nel 2022. Nemmeno la morte di Oderus Urungus ha posto fine alla narrazione più scorretta attualmente in attività in quel mondo ormai istituzionalizzato che è quello del metallo pesante.

Di multimedialità (e chissà di che altro) si nutrono i Gwar, con tutto il loro immaginario proveniente da un altro mondo, i costumi assurdi e i live dall’alto tasso di sozzura totale, e dunque il loro nuovo album “The New Dark Ages” è accompagnato da una graphic novel, che giurano essere sporca e folle più di qualsiasi altra roba. C’è da credergli e giuro di leggerla quanto prima. Intanto l’album, perché da queste parti quello conta.

Quale momento storico migliore di questo per essere i Gwar e per dire quello che hanno sempre detto nel modo più laido in assoluto? Bersagli delle grida ignobili di Blothar The Berserker sono ovviamente i cospirazionisti, che vengono prese allegramente per il culo in Blood Libel (con una chiosa che punta il dito sugli atti di pedofilia della Chiesa Cattolica, roba che oggi come oggi nessuno osa più fare qui, figurarsi Oltreoceano) e sulla title track e la cui fine è sancita su quel chiodo thrash che è Bored To Death, e perché no, pure quella cloaca che sono i social media, un dominio volto a fagocitarsi autonomamente come profetizzato in The Beast Will Eat Itself.

Tutt’attorno si scatena l’inferno, un aldilà oscuro di cavalcate metalliche e bestiali, momenti di ritorno di fiamma whitezombiano (evocando Rob Zombie su Mother Fucking Liar), bestialità di ogni forma e colore, cosparse di sangue elettrificato, “ballate” doom e spirali Seventies, quando alla durezza si mischiavano organi pronti a dare vita all’heavy metal come lo conosciamo e di cui i Gwar sono i soli veri custodi, stomp irrorati di violenza consegnata a casa tramite corriere assieme a spade e pistole (Venom Of The Platypus), primato americano dello schifo inverecondo che qui non poteva non essere sottolineato.

Quando pensate che simile nefandezze non possano essere dette in un album in anni come questi, beh, sappiate che c’è chi è qui per salvarvi (e poi divorarvi).

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