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Billy Howerdel – What Normal Was

2022 - Alchemy Recordings
alternative rock

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Tracklist

1. Selfish Hearts
2. Free And Weightless
3. Ani
4. The Same Again
5. Beautiful Mistake
6. Poison Flowers
7. Follower
8. Bring Honor Back Home
9. EXP
10. Stars


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Non è facile per me ascoltare un disco come “What Normal Was” di Billy Howerdel. Premetto che sono cresciuto con “Mer De Noms” e “Thirteenth Step“, dischi che hanno fortemente plasmato la mia personalità artistica e non. L’atmosfera è la stessa, quell’alone di mistero e di misticità è rimasto, l’espressività chitarristica c’è come anche l’intelligenza compositiva nei pezzi. Tuttavia c’è un problema di fondo. Il mio cervello involontariamente collega e di conseguenza mette immediatamente a paragone i pezzi di questo disco con le pietre miliari dell’alt rock dei primi duemila. Concludo velocemente che non c’è nessun confronto.

I pezzi sono dinamici, hanno tutti un loro motivo d’essere ma il talento vocale di Howerdel non è nemmeno la metà del suo talento chitarristico e compositivo, e per di più di fronte al suo compagno di band negli A Perfect Circle, semplicemente impallidisce. Tutto sommato “What Normal Was” non è un disco spiacevole, come detto non ho niente da rimarcare sui brani, anche perché si tratta di uno dei miei chitarristi preferiti di sempre. Però qualcosa manca tanto che più che il disco solista di una leggenda della musica mi sembra di ascoltare una qualsiasi band emergente, dallo stile un po’ datato forse e sicuramente di scarso spessore. Sarà senza dubbio un mio limite, tuttavia non penso di essere l’unico a fare questo tipo di associazione forzata.

Dal momento che presti a tua identità compositiva ad una voce come quella di Maynard in un progetto così iconico e leggendario come gli A Perfect Circle, è palese che qualsiasi altra cosa in confronto risulti manchevole, povera, una brutta copia dell’originale. Allo stesso modo se Adam Jones decidesse di uscire con un disco solista nello stile Tool ma cantasse lui, avrebbe lo stesso risultato. Per andare un po’ più nel passato con un’operazione simile, la situazione sarebbe uguale per Brian May o anche per Jimmy Page.

Tra “What Normal Was” e i precedenti lavori di Howerdel c’è la stessa differenza che c’è tra la pasta in bianco e una carbonara. Certo, buona pure la pasta in bianco per carità, però insomma…la carbonara è meglio. Lo so che questa dovrebbe essere una recensione obiettiva su questo specifico disco, ma l’elefante sul divano stavolta è veramente troppo ingombrante per non essere additato. Possiamo far finta di ascoltare con piacere questo disco di Howerdel per quanto di facile ascolto, ben composto e prodotto impeccabilmente sia, oppure possiamo sinceramente confessarci che quando parte la voce vorresti spegnere e ascoltare “Thirteenth Step” per la milionesima volta.

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