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Nickelback – Get Rollin’

2022 - BMG
hard rock

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Tracklist

1. San Quentin
2. Skinny Little Missy
3. Those Days
4. High Time
5. Vegas Bomb
6. Tidal Wave
7. Does Heaven Even Know You’re Missing?
8. Steel Still Rusts
9. Horizon
10. Standing In The Dark
11.Just One More


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Se si nominano i Nickelback, chiunque abbia un’età compresa tra i venticinque e i quarant’anni, non può fare a meno che annuire e canticchiare il loro tormentone How You Remind Me. Chiaramente il gruppo di Hanna, Canada, si è poi fatto un nome durante gli anni, pubblicando diversi album di comunque discreta qualità ed evolvendosi su sonorità a volte più pop, altre volte più grunge, attirandosi, probabilmente per questo, numerosi detrattori. Ben consapevoli di ciò, la band capitanata da Chad Kroeger, ritorna dopo cinque anni con “Get Rollin’”, loro decimo studio album, per “farsi ancora odiare dal mondo” (dichiarazione di Kroeger).

Sicuramente i suoni di questo lavoro sono decisamente sporchi, heavy e più cattivi rispetto le sonorità alle quali i Nickelback ci avevano abituati, soprattutto se prendiamo come esempio il primo singolo estratto, San Quentin, così intitolato perché ispirato ad un incontro avvenuto tra il frontman della band e il direttore dell’omonimo carcere di massima sicurezza. Ma i riff elettrici delle chitarre e l’impeto incalzante della batteria non si fermano al singolo apripista, bensì continuano con la successiva traccia della tracklist, Skinny Little Miss. A seguire, invece, Those Days ci riporta indietro di qualche decennio, facendoci ricordare le ballate simil folk anni 2000, con una chitarra orecchiabilissima d’un ritornello da cantare davanti a un falò in spiaggia. La stessa atmosfera, con echi che richiamano i loro vecchi successi, la troviamo in Does Heaven Even Know You’re Missing? e in Steel Still Rusts.

Il ritmo serrato dei brani e la rabbia che pervade questo album, non si ferma solo nelle sonorità, ma anche nella modulazione vocale di Kroeger, mai sentito così tremendamente hard, grunge e badass. Menzione d’onore va a Vegas Bomb, che potrebbe tranquillamente essere il sottofondo perfetto per un pub in Nevada, con birra a fiumi e odore di polvere e sudore. Si denota durante i 42 minuti scarsi dell’album, la volontà della band di abbracciare i suoni che li hanno portati al successo, anche come reward per i fan di lunga data, e di direzionarli in una posizione più heavy, più matura ma sempre riconoscibile.

C’è da dire che di certo “Get Rollin’” non è un album innovativo in quanto sonorità, ma di certo segna un ottimo ritorno di una band alla quale, nonostante tutto, siamo tutti tremendamente affezionati.

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