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Anti-Flag – Lies They Tell Our Children

2023 - Spinefarm
punk rock

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Tracklist

1. Sold Everything
2. Modern Meta Medicine (feat. Jesse Leach)
3. Laugh. Cry. Smile. Die. (feat. Shane Told)
4. The Fight Of Our Lives (feat. Tim Mcilrath e Brian Baker)
5. Imperialism (feat. Ashrita Kumar)
6. Victory Or Death (We Gave ‘Em Hell)” (feat. Campino)
7. The Hazardous
8. Shallow Graves (feat. Tré Burt)
9. Work & Struggle
10. Nvrevr (feat. Stacey Dee)
11. Only In My Head


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Non esistono Anti-Flag senza lotta poitica, non esiste lotta politica senza impellenza espressiva. “Lies They Tell Our Children”, il tredicesimo album di una delle colonne portanti del punk rock statunitense, prodotto da Jon Lundin, è l’ennesimo manifesto ideologico della band che non bada eccessivamente alla ricerca sonora, ma che piuttosto si concentra prettamente sulle proprie argomentazioni.

L’album è attraversato da slogan taglienti e attuali come non mai. “Can you hear me, hear me calling/I got this idea that I’m selling, for nothing/ Can anybody hear me? Does anybody care?”: il testo del terzo singolo estratto dall’album Laugh. Cry. Smile. Die, con la partecipazione di Shane Told, è un eccellente riassunto dell’intero disco, dell’energia tematica, più che sonora, che lo muove. L’urlo disperato ambientalista, anticapitalista e pacifista degli Anti-Flag continua a sbattere contro la sordità del marcio delle istituzioni. La band ci ricorda i valori collettivi del punk e, per quanto possa sembrare assurdo il termine, la vera e propria “etica” che ha dato vita e continua a far sopravvivere questo genere e le idee che gli orbitano attorno. 

Le problematiche avanzate, per quanto nobilissime e nel cuore (si spera) della maggior parte dei fan, non sono sufficienti a compensare la mancanza d’originalità di “Lies They Tell Our Children” che ripropone elementi quasi scontati. Le formule sonore adottate sono abbastanza sbrigative. Al di là delle aspettative molto alte del gruppo stesso, entusiasmato per la sua genesi, le undici tracce sono abbastanza sotto tono. Le numerose collaborazioni presenti nel disco, nonostante si allarghino allo stile e ai generi trattati dai colleghi “ospiti”, non riescono a renderlo un lavoro particolarmente originale ed eclettico.

In alcuni pezzi vi è il tentativo da parte del gruppo di uscire dai propri soliti schemi sonori, ma tutto rimane nei limiti del punk rock e del prevedibile, scansando qualsiasi forma di clamore se confrontato ai lavori di altri colleghi (anche con molti meno anni di carriera alle spalle). 

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