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VV – Neon Noir

2023 - Spinefarm
pop metal

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Tracklist

1. Echolocate Your Love
2. Run Away From The Sun
3. Neon Noir
4. Loveletting
5. The Foreverlost
6. Baby Lacrimarium
7. Salute The Sanguine
8. In Trenodia
9. Heartful Of Ghost
10. Saturnine Saturnalia
11. Zener Solitaire
12. Vertigo Eyes


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Come ogni metallara standard anni 2000 che si rispetti, Ville è stata la mia prima cotta, complice non solo il suo aspetto vampiresco ma anche la sua voce angelica. Nonostante siano trascorsi anni, resta innegabile come il suo timbro e le sonorità della sua band, gli H.I.M., siano state incisive e riconoscibili seppure si desse ormai per scontato e assodato lo scioglimento di quest’ultima.

Era quindi prevedibile che il bel vampiro finlandese, consapevole dell’affetto dei fan e di come a loro manchi del nuovo materiale, già a partire del 2020, avesse iniziato a rilasciare diversi singoli, contrassegnati dal logo degli H.I.M. parzialmente modificato di modo da creare una doppia V, iniziale sia del suo nome che del suo cognome. Ed è proprio questo che “Neon Noir” rappresenta: un album piacevole per i nostalgici del gruppo love metal finlandese, che mantiene le stesse sonorità ma non aggiunge nulla di nuovo alla loro storia musicale.

Ricordo che durante la pandemia mi imbattei casualmente nel singolo Saturnine Saturnalia e ne rimasi piacevolmente colpita: i temi e le melodie restano quelli già triti e ritriti a cui siamo abituati, ma ascoltarla è stata una coccola ed un ritorno in una comfort zone nella quale non ricordavo di essere stata così bene. A distanza di quasi due anni da Saturnine Saturnalia, sono seguiti i singoli Loveletting, Echolocate Your Love e The Foreverlost, i quali sottolineano una virata abbastanza decisa verso delle sonorità più pop che metal seppure più focalizzate su una buona qualità che una riuscita commerciale.

L’album scorre fluido e piacevole, difatti troviamo subito qualche brano decisamente orecchiabile che entra subito in testa, come il già citato singolo The Foreverlost, ma anche Run Away From The Sun e Salute the Sanguine (quest’ultimo più di tutti mi ha ricordato le sonorità di “Dark Light”), ma a parte, come si è detto, funzionare bene sia per gli appassionati del genere, sia a livello radiofonico, non lasciano il il segno o convincono l’ascoltatore al cento per cento.

Neon Noir non manca comunque di ballad, spesso modernizzate con l’uso dei sintetizzatori, alcune con assoli vecchio stile (Heartful Of Ghosts), altre con dinamiche e cambi di registro abbastanza interessanti (Vertigo Eyes), le quali emozionano e non perdono la presa dovuta soprattutto alla ancora meravigliosa voce di Ville, allo stesso tempo angelica ma demoniaca.

Insomma, “Neon Noir” di certo non sarà l’album dell’anno né tantomeno un pioniere di sonorità nuove, ma di certo è un album godibile, piacevole al primo ascolto e ai successivi. Seppure non memorabile, alimenta un genere e delle melodie desuete ma che sono mancate a chi le conosceva e apprezzava già e riscaldano il cuore a chi invece si approccia a queste per la prima volta.

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