Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

novagorica – Preghiera Violenta

2023 - Beta Produzioni
alternative rock

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Nova Gorica
2. Combattersi per perdere
3. Cenere
4. Eloisa
5. Metadone
6. Chimera
7. Fiocco nero
8. Giochi proibiti
9. L’ultima festa
10. Cosa ti stavi aspettando
11. Preghiera violenta


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Attivi dal 2019 i novagorica esordiscono nella lunga durata con un lavoro pensato, dalla maturazione fenolica abbastanza evidente nella ricercatezza dei dettagli di arrangiamento.

Il quartetto romano riversa nell’attenzione, quasi maniacale, al particolare l’emozione della prima volta che non traspare né nella composizione, né nell’esecuzione degli undici brani di cui si compone “Preghiera violenta”; e anche qui la doppia cifra in tracklist a provare la sicurezza espressiva con la quale i novagorica si presentano alle scene. Ed è proprio l’assenza di timori reverenziali la chiave che permette ai musicisti romani di confrontarsi con una scrittura che non teme il confronto con cifre stilistiche più mature e affermate sia in Italia che all’estero, valgano per tutti i nomi rispettivamente di Verdena e The Afghan Whigs.

L’idea è quella di proporre un’alternativa al rock alternativo in salsa tricolore, attraverso una grana fine delle liriche volutamente costruite su modelli piuttosto autoriali seppur lontani dai cut-up più hype particolarmente in voga nella scrittura adatta a “darsi un tono”: in tal senso consigliamo un ascolto esemplificativo al dittico CenereEloisa nel quale si condensa l’idea di poetica potenza che novagorica vorrebbe esprimere. Il percorso è naturalmente tempestato di insidie, il ripiegamento verso l’interiorità non è priva di cadute su in coté da lirismo lievemente affettato e forse un po’ troppo in odore di evocazione esistenzialistica piuttosto retrò anche nella scelta degli ansiolitici di riferimento, come il celeberrimo e datato Serenase somministrato nel testo di Chimera. All’apice di questo movimento intimistico vi è l’espressione “capolavoro di tutti i miei sbagli” che si incunea non casualmente tra le spire della titletrack con la quale si chiude il lavoro.

È così che, forzando un po’ la mano e la penna, si potrebbe dire che novagorica viaggia – supremo merito e suprema onta – tra i Subsonica e Beckett, affidando il filo musicale a sonorità ben collaudate nella scena rock, vigorose e ben calibrate sui chiaroscuri ritmici; ma più in generale tutto l’album è stato assemblato per coprire a volte anche in modo contrappuntistico il più ampio spettro possibile di tonalità musicali ed emotive, spesso all’interno della stessa composizione, come esemplarmente in L’ultima festa, una ballata dai vaghi tratti math rock a rinfrescarne le discese ritmiche. 

Quello con i novagorica è un incontro proficuo, fatto di buone intuizioni e fisiologiche ingenuità che rinnova senza innovare la scena nazionale, e romana in particolare, dimostrando che il colpo inferto dai Måneskin non si è rivelato mortale.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni