Poseidon – Poseidon

Se siete rimasti in attesa del ritorno della poetica di “Vltra” degli Spite Extreme Wing (come il sottoscritto) non avete atteso invano. Non che nel mentre non ci sia stato altro, ma con l’arrivo di Poseidon, nuovo progetto che vede coinvolti proprio Argento e Azoth assieme ad Algol dei Forgotten Tombs, quelle atmosfere sembrano riemergere dagli abissi.

Il tema dei flutti che si infrangono sulle coste del mito è il perno attorno a cui ruota tutto, col rumore delle onde, lo sciabordio di un’entità oscura che pare infinita e mai addomesticata dagli esseri umani come il mare che con voce sommessa s’infiltra tre le composizioni è una presenza costante che sale e s’abbassa mentre il suono si propaga cullando lo spirito inquieto del viaggiatore.

Le sensazioni ombrose ascendono i faraglioni intagliati dalle pulsazioni imbastite da Azoth e dalla voce di Algol in Opalescence 101, suoni che si allungano in bordoni post-punk swansiano, sonorità antiche e voci rituali, mantra che abbracciano il rumore bianco e algido di A Saturno quasi fossero una preghiera che scavalca la strada lineare del tempo per ricadere come pioggia sulla terra riarsa del 2023. Tocchi di un passato e leggende che traslucide si espandono sulle chitarre acustiche che carezzano Aphros per poi indurirsi di squarci donando a On The Cave Of The Nymphs forma epica di cavalcata sui cavalloni liquidi che si rincorrono al buio della baia. Algol rimette poi mano ad un brano scritto proprio per “Vltra”, The Flying Dutchman, e con voce piena di sgomento in narrazione oscura ne fa ballad d’oltretomba.

Ha un sapore antico, “Poseidon”, traccia un solco nel profondo e, una volta spentosi, lascia dietro di sé l’eco di fasti passati. Funziona, è dionisiaco il giusto, riempie un vuoto. Restiamo in attesa di capire verso quali altri lidi si spingerà.