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Jack Harlon & The Dead Crows – Hail To The Underground

2023 - Blues Funeral Recordings
psych rock

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Tracklist

1. My Pal (God)
2. Copache (Melvins)
3. You Made Me Realise (My Bloody Valentine)
4. Dust Devil (Butthole Surfers)
5. Day Of Lords (Joy Division)
6. Roll & Thumble (Hambone Willie Newbern)
7. Dark Entries (Bauhaus)
8. Eye Shaking King (Amon Düül II)


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Jack Harlon è un personaggio immaginario, una sorta di fuorilegge tossico che scorazza in un universo parallelo western creato dalla fervida immaginazione di Tim Coutts-Smith, leader di una band australiana che da qualche anno produce dell’ottimo, moderno e tiratissimo heavy psych, con una ricetta a base di stoner, blues, fuzz e doom metal. I primi due dischi, “Hymns” (2018) e soprattutto “The Magnetic Ridge” (2021) , passati finora sottotraccia, meritano di essere recuperati per la qualità sonora espressa, figlia di un gruppo affiatato da anni di jam session.

Sono ottime premesse per “Hail To The Underground“, un viaggio nella musica di formazione di Jack Harlon & The Dead Crows attraverso le loro sonorità attuali. Con gli 8 pezzi pescati dal mazzo delle loro esperienze, i quattro di Melbourne selezionano un rappresentante per ciascuno dei generi cardine della loro esperienza: nell’ordine punk, sludge, shoegaze, noise, post-punk, blues, darkwave, psichedelia. L’omaggio di Jack Harlon & The Dead Crows è profondamente rispettoso delle composizioni originali, che non vengono imitate ma risuonate nello stile della band, partendo da My Pal, fulminante singolo d’esordio dell’orgoglio punk locale, i God. Segue Copache dei Melvins, che con i suoi trent’anni tondi tondi si guadagna il titolo di pezzo più recente. 

I primi My Bloody Valentine risuonano ancora freschissimi nella loro intatta irruenza di You Made Me Realise; il blues prende vita sia nella versione più acida dei Butthole Surfers, nell’indiavolata jam di Dust Devil, che nella versione più classica di Roll & Thumble, uno dei canoni di inizio novecento reinterpretato in una divertente versione psychobilly. C’è da commuoversi sulla versione esasperata di Day of the Lords, già di suo uno dei pezzi meno Joy Division di “Unknown Pleasures”, come da esaltarsi in Dark Entries, che in conformità con l’ordine di pubblicazione degli originali sembra il seguito di un’altra cover di grido dei Bauhaus, la versione di Bela Lugosi’s dead dei Dead Cross. Si esagera col karutrock degli Amon Düül II, con Eye Shaking King tirata e resa rumorosa all’inverosimile, quanto i mezzi del 1970 ancora non permettevano.

Spesso ci imbattiamo in dischi di cover di valore discutibile, o quantomeno pretenziosi o spregiudicati, se non addirittura blasfermi. Niente di tutto ciò avviene con “Hail To The Underground“, dove la parola “omaggio” è più che pertinente. Attraverso gli ascolti del passato, Jack Harlon & The Dead Crows mostrano quello che sono ora: magnetici, psichedelici, rumorosi e trascinanti.

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