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ThëM – Frames

2023 - Overdub Recordings
post-rock

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Tracklist

1. Blinded
2. Smart Pressure
3. Restless
4. Purgatory
5. Fragments
6. Sober
7. Ghost of Myself
8. Strong
9. Time


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L’attacco di Blinded fa tremare i polsi, una voce coinvolta in un profondo vortice sotterraneo si staglia cieca cercando uno spiraglio di approdo sui lidi del conscio. La sensazione è di non aver perso la ragione e tanto meno il sentimento, tale è la risolutezza energetica e propulsiva che investe in piena faccia. La tensione si sguaina nel mood plumbeo dando staffilate a destra e a manca. E i nervi sono a fior di pelle lungo le corsie scavate nel buio della solitudine.

Trovarsi in un mondo di cui si perdono i confini, perché senza via di uscita, fa pensare alle pareti della nostra cerebralità ove si scatena il putiferio infernale, nitido e iconoclasta, e qui, figlio di una protesta irriducibile, vissuta. Lastre di acciaio piovono da altezze non congetturate e oscure, scagliandosi veloci contro la voce che le evita in guisa guerresca. E questa è l’incessante Smart Pressure.

Sarà l’irrequietezza dei ThëM a dettare legge attraverso questo sconfinato urlo irreale lanciato da un baratro ideologico e che elargisce una scarica di pugni interminabile contro il muro di gomma trattenente lo spirito indomito (Restless), ma, ci si può giurare, non per molto tempo ancora intrappolato nella sorda incomunicabilità della piatta accettazione di un diktat.

Dagl’inferi, il vigore emozionale ed eversivo ribollente induce al trasporto verso zone più illuminate. La supremazia degli strumenti costruisce certosine intelaiature metalliche su cui la chitarra risale la china e fanno pensare che da “Frames“, sorta di concept album, si stia transitando ora, in questo preciso momento, per il Purgatory, mentre la verbosità richiama alture inusitate di contraerea. Lo scostamento umorale ritrovato in Fragments definisce nuovi spazi, laddove la trivella della sezione ritmica è di un crescendo spasmodico ed ha già scalfito il sottosuolo: tutte le memorie inconsulte e tossiche incancrenite sono state abbandonate dentro quel baratro iniziale e il serpente ha cambiato pelle, inaugurando un nuovo stato catartico dello spirito, combattente, inarrestabile.

Essere presenti a sé stessi è il valore attitudinale di conquista che fin qui emerge e significa resurrezione, potenza creatrice; l’afflato di calma evinto in Sober delinea la cadenzata ed epica track, innalzandola a capolavoro compositivo di notevole consistenza, strappando l’alone inventivo al post floydiano Roger Waters.

Il carattere sovvertitore del putrido balugina ovunque ce ne sia il bisogno, niente è oramai fuori controllo sotto l’azione sommovente dei ThëM. Ciò che in divenire stupisce è il ritrovarvisi in corsa verso la luce al loro fianco, a loro contingenti, sputati fuori dalla bocca del vulcano eruttante di lava, in reboante progressione sonora sino a respirare l’aria della superficie bruciata dai fumi magmatici.

Finalmente si avverte l’azzurro del cielo, il nitore e la purezza (Ghost of Myself) dopo fatiche erculee. Ma a quale prezzo, quale il sacrificio esangue pagato a tributo di tale reificazione che ha dell’eroico? Questa è affermazione, attestazione di aver bucato il cinismo, le paure, gli ostacoli che hanno originato questo viaggio interiore sofferto e trasformante. D’ora in poi si avrà bisogno solo di forza, di energia destinata a far volare e a tagliare tutte le teste marce che capitano a tiro, conseguendo la nascente strategia di umanità che comincia a irradiare oltre il formato dell’album.

La band ha raggiunto il suo obiettivo scardinante, altamente viscerale, e questo brillerà di gloria sul mondo come un secondo sole – ecco la loro parabola ascensionale – sino a ridestare gli equilibri vitali per mezzo dei suoi potenti strali energetici, scagliati in principio da quei tetri e soffocanti luoghi senza nome, e validi finché non attenueranno la loro virulenza benigna posandosi sulle anime perdute delle genti, fertilizzandone le menti ad libitum. Intanto che il tempo farà il suo sacrosanto, imperturbabile corso.

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