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Tim Hecker – No Highs

2023 - Kranky
ambient / drone / avanguardia

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Tracklist

1. Monotony
2. Glissalia
3. Total Garbage
4. Lotus Light
5. Winter Cop
6. In Your Mind
7. Monotony II
8. Pulse Depression
9. Anxiety
10. Sense Suppression
11. Living Spa Water


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Avrei tanto voluto fare la recensione in concomitanza all’uscita dell’album, ma anche con tutto l’impegno, non ci sono riuscito essendo ogni opera del compositore canadese così densamente stratificata e profonda da richiedere una gestazione parecchio lunga.

“No Highs” è la prima opera sulla lunga distanza dai tempi dell’accoppiata “Konoyo” e “Anoyo”, dopo la parentesi colonne sonore, e riporta il nostro su binari a lui consoni e familiari: i due poc’anzi citati spostavano l’asse su un ambient destrutturato, poco intelligibile, seppur sempre bellissimo, distante parecchio dal suono che ha reso Tim Hecker uno dei maestri indiscussi della nuova musica contemporanea.

“No Highs” è la prima opera sulla lunga distanza dai tempi dell’accoppiata “Konoyo” e “Anoyo”, dopo la parentesi colonne sonore, e riporta il nostro su binari a lui consoni e familiari: i due poc’anzi citati spostavano l’asse su un ambient destrutturato, poco intelligibile, seppur sempre bellissimo, distante parecchio dal suono che ha reso Tim uno dei maestri indiscussi della nuova musica contemporanea.

Con questo “No Highs” si ritorna ad emozionarsi: bellissime impalcature di synth che volano verso l’alto per poi puntualmente schiantarsi al suolo. Droni sparati nella nostra psiche, movimenti sotterranei quasi impercettibili, stratificazioni che questa volta si fanno avvolgenti, potenti, immaginifici, da brividi, battiti subacquei che avvolgono e fermano tutto il resto, discostando il tutto, come sempre, dall’idea che questo genere di musica sia soltanto sottofondo, accompagnamento, bensì elevandolo a complessa sintesi auditiva dell’attuale stato delle cose, a potente veicolo per emozioni subconsce difficili da spiegare a parole. E sta proprio qui la grandezza di questo’uomo: saper descrivere come nessun altro la contemporaneità.

Tim Hecker è tornato, riallacciandosi ad album seminali come “Harmony in Ultraviolet” o “Love Streams”, proseguendo lungo il suo sentiero, senza stravolgere chissà che ma regalandoci più di un ora di musica che arriva al cuore scendendo giù nel nostro io più profondo.

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