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Incantation – Unholy Deification

2023 - Relapse Records
death metal

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Tracklist

1. Offerings (The Swarm) IV
2. Concordat (The Pact) I
3. Chalice (Vessel Consanguineous) VIII
4. Homunculus (Spirit Made Flesh) IX
5. Invocation (Chthonic Merge) X
6. Megaron (Sunken Chamber) VI
7. Convulse (Words of Power) III
8. Altar (Unify In Carnage) V
9. Exile (Defy The False) II
10. Circle (Eye of Ascension) VII


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Arrivati al 13esimo album in studio, hanno iniziato la carriera quando l’appellativo iconico era riservato solo alla cultura sacra ortodossa. D’altra parte in trent’anni di onorabile carriera possono succedere molte cose, molte strade tendono a biforcarsi come testimonia mirabilmente l’autocelebrativa summa “Tricennial of Blasphemy” pubblicata meno di un anno fa a coprire l’intero arco della produzione degli Incantation, dalle prime bellissime e immature creature death degli anni novanta passando per le cover delle band amate alle produzioni più mature post duemila. Basterebbe anche solo questa considerazione a farci accogliere tutto ciò che arriva come un tesoro inestimabile forse anche pregiudizialmente rispetto al valore della prova in sé.

Ironicamente è lo stesso John McEntee, chitarrista della band sin dalla sua formazione e sua luciferina espressione estetica, a promuovere considerazioni di questo genere quando afferma a favore degli addetti ai lavori che si aspetta che gli ascoltatori riescano a percepire i limiti della band come il suo valore aggiunto in termini di rabbia. Nonostante a forza di premettere scuse non richieste si rischi di generare le richieste che non c’erano state, la band newyorkese se la cava come al solito egregiamente. E come al solito senza strafare.

Dentro “Unholy Deification” c’è esattamente tutto quello che deve esserci in un disco death metal alla maniera Incantation, vale a dire una buona dose di aggressività, molti riff accattivanti e blasfemia a palate. Il titolo dell’album in questo caso non nasconde niente e Chuck Sherwood, il quale oltre a suonare il basso si è occupato delle liriche, ha pensato tutto il disco come un percorso iniziatico di una nuova religione in contrasto con tutte le altre. Predominante è il rapporto tra la tenuta ritmica delle singole tracce e la progressione verso il dispiegamento di forze più o meno maligne. In questa direzione vanno Concordat (The Pact) I, lnvocation (Chthonic Merge) X, e Homunculus (Spirit Made Flesh), forse la migliore manifestazione di “Unholy Deification”. Tra una zaffata di demonio e l’altra è anche possibile ascoltare classiche armonizzazioni doom metal in Altar (Unify in Carnage) V, un cadeau per i vecchi estimatori del genere. La sensazione che si ha alla fine dell’ascolto è quella di un viaggio insieme a vecchi amici satanisti invecchiati molto bene tra il pentacolo e una SPA per metallari consapevoli. 

Non c’è molto altro in questo disco che non si sappia già prima di metterlo su, ma l’ascolto è sempre superiore al sapere che se ne ha. Almeno con le grandi band. E gli Incantation sono tra queste. 

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