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San Leo – Aves Raras

2023 - Bronson Recordings
psych / kraut / noise

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Tracklist

1. ARIES
2. J!OY
3. FUTURA 2000
4. AL.AY


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…La poesia non è morta, si è nascosta…
Guardati le spalle collettività: only the shadow knows

Uochi Toki

Quinto disco per i mantracoriani San Leo, che tornano sul pianeta con “Aves Raras” per un flusso di coscienza in quattro movimenti.

La creatura, ovvero il nucleo dell’idea di musica del gruppo nata nei dischi precedenti, è stata nutrita, cesellata e rodata nelle esibizioni live per approdare al suo successivo e naturale stadio evolutivo su disco. Non più un crescendo sonico-emotivo che parte dal basso per andare verso l’alto, ma una partenza in medias res come apertura di un canale per un flusso sonoro che scorre anziché crescere.

ARIES è infatti un apripista che non concede respiro, esplodendo fin da subito con un drumming martellante e stordente, che ipnotizza all’istante e catapulta senza introduzioni in un tunnel siderale che sembra non avere davvero né un inizio, né una fine. La sensazione è quella di essere inseriti in una corrente che comunque esisterebbe, con o senza di noi. I suoi quasi venti minuti di durata si rendono necessari per entrare in simbiosi col mood, per carpirne le segrete sottigliezze e godere del senso di trasporto sciamanico. La natura dilatata del brano permette di flirtare con uno stargate di suggestioni, l’ascoltatore viene trascinato in un vortice di sorprese psichedeliche, fra scintille di intuizioni abortite e altre maniacalmente sviluppate.

J!OY è un particolare acquerello di durata inusitata per la band (3 minuti e mezzo) che porta alle estreme conseguenze la voglia di sperimentazione e fuga dai loro stessi canoni teorici, uno stordimento noise-pop fatto di incastri di accordi maggiori per un senso di giocosa ascesi.

FUTURA 2000 è il momento che più di tutti si fa manifesto del nuovo corso. Da una parte mantiene la struttura da lunga suite trance-noise alla quale siamo stati abituati, dall’altra si espande trasversalmente incorporando nuove e vecchie visioni musicali, si potrà quindi spaziare da Miles Davis ai The Knife, dai fendenti dei Lightning Bolt agli abissi dei Darkthrone, fino ad abbracciare la cacofonia urbana e le meditazioni tibetane.

AL.AY funge da contraltare pacifico e valvola di decompressione per riemergere dal bagno di magma e riconnetterci al nostro piano di coscienza.

La macchina San Leo viaggia ora a pieno regime, non deve più preoccuparsi (sempre che sia mai successo) di dimostrare qualcosa a qualcuno, le basta indossare uno scudo galattico per autodeterminarsi e proseguire sulla sua rotta stellare.

Cosa resta quindi di “Aves Raras“? Una musica di estrema importanza, soprattutto se vista come atto di resistenza al presente il suo senso di attrito si fa vessillo di una missione speciale, che porta in seno il germe della trascendenza. “Aves Raras” è al contempo il lavoro più accessibile e ostico della loro carriera, che si pone a metà fra un punto di svolta e le fondamenta di un nuovo futuro.

Il duo, ormai di una maturità spiazzante, sembra proporci il paradosso definitivo: Si può scavare anche per andare verso l’alto. Difficile immaginare quale possa essere la prossima mossa del misterioso combo riminese, ma una cosa è certa: ci hanno abituati davvero molto bene.

I San Leo sono tornati fra di noi e sono a fuoco (e fiamme) per ribadirci un concetto tanto fondativo quanto imprendibile:

Music is the Healing Force of the Universe.

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