Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Cypress Hill – Elephants On Acid

2018 - BMG
hip hop

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Tusko (Intro)
2. Band Of Gypsies
3. Put Em In The Ground
4. Satao (Interval)
5. Jesus Was A Stoner
6. Pass The Knife
7. LSD (Interval)
8. Oh Na Na
9. Holy Mountain (Interval)
10. Locos
11. Falling Down
12. Elephant Acid (Interlude)
13. Insane OG
14. The 5th Angel (Instrumental)
15. Warlord
16. Reefer Man
17. Thru The Rabbit Hole (Interlude)
18. Crazy
19. Muggs Is Dead
20. Blood On My Hands Again
21. Stairway To Heaven


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Parte Tusko e la mente non può che rievocare le soglie di quei “Temples of Boom” visitati nel ’95 e mai dimenticati dagli estimatori del gruppo californiano. La voce nasale di B-Real e i loop ipnotici di DJ Muggs si sono ritagliati un posto speciale anche nei cuori di ascoltatori poco o per nulla avvezzi alla doppia H. Il ritorno in formazione del secondo di per sé non garantiva nulla: “’Til Death Do Us Apart, ultimo disco della crew con produzioni da lui quasi interamente curate, era invero deboluccio ma mai quanto l’impalpabile “Rise Up”, su cui la sua assenza pesava come un macigno.

C’è poco da fare: Muggs sta ai Cypress Hill come l’anima sta al corpo. Gli uni senza l’altro risulteranno sempre una versione mutilata di sé stessi. Non tanto per quanto riguarda le esibizioni dal vivo: a dispetto del monicker è sempre stato più un producer che un turntablist. Il fatto che nel tour in corso tale ruolo sia ricoperto da un fuoriclasse come Mix Master Mike, è sicuramente un valore aggiunto. No, decisamente la sua mancanza si è fatta sentire quando apprestandosi all’ascolto di un nuovo album del combo, non si è ritrovato quel sound cosmopolita, dopato ed oscuro – a tutti gli effetti una sua invenzione -.

Non me ne vogliano Sen Dog e il percussionista Eric Bobo se individuo nell’operato dei loro soci gli elementi più immediatamente riconoscibili di questa sarabanda. D’altro canto chi potrebbe affermare il contrario? Reefer Man, pervenutaci la scorsa estate, ha costituito un incoraggiante biglietto da visita: beattone old school, metrica appiccicosa, ritornello ultra scialato. Spinge decisamente di più la seconda anticipazione Band Of Gypsies, con quel riff orientaleggiante acidissimo e l’inciso in arabo che ti spaccano in due il cervello. Chiude il trittico di antipasti la divertente Crazy, molto meno scontata di quanto il titolo non lasci presagire.

La baracca è tenuta in piedi da groove grassi, suoni psichedelici, atmosfere psicotrope e viaggi mistici. Al suo interno si alternano due flow inconfondibili, impegnati in continui rimandi alla marijuana e alla vita di strada. Qualcuno potrebbe obiettare che “Elephants On Acid” ci restituisce i Cypress Hill pressoché identici alla loro versione anni novanta. Ebbene per una volta mi sento di dire: meno male. Ci hanno provato a fare altro ma B-Real nei Prophets Of Rage, pur affiancato da quell’altro patrimonio dell’umanità che è Chuck D, non sembra in grado di tenere testa a quanto Zack De La Rocha perseguiva in solitaria. I Powerflo di Sen Dog paiono essersi affacciati sulle scene fuori tempo massimo d’un ventennio. Vogliamo poi veramente parlare della parentesi di Muggs coi Die Antwoord?

In realtà una novità c’é: l’album si avvale di un unico sample, gentilmente offerto dal sestetto jazz/fusion giappoamericano Hiroshima. Sebbene in passato da queste parti non si sia disdegnato il contributo dei musicisti, né si sia mai fatto mistero della passione per il rock, un album tutto suonato non rientrava ancora in catalogo. Le forti tinte indiane e mediorientali date all’operazione reggono magnificamente, non mancando di far emergere l’irrinunciabile sostrato funky e latino. Corredano il giusto di synth e coretti femminili (siamo pur sempre sulla West Coast no?). Ben lungi dall’essere meri riempitivi, i numerosi interludi strumentali si rivelano composizioni ispirate e coerenti col mood generale, assolvendo magnificamente la funzione di raccordo tra un brano e l’altro.

È assai confortante constatare come i Cypress Hill siano tornati a fare ciò che sanno fare meglio: sé stessi. Non si diventa icona di un genere per caso ma di tanto in tanto è opportuno darsi una rinfrescata per non risultare ridondanti. Missione compiuta. Alla prossima fumata.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni