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Richard Ashcroft – Natural Rebel

2018 - BMG
britpop

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Tracklist

1. All My Dreams
2. Birds Fly
3. Surprised By The Joy
4. That's How Strong
5. Born To Be Strangers
6. That When I Feel It
7. We All Bleed
8. A Man In Motion
9, Streets in Amsterdam
10. Money Money


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È stata una sorpresa quando il Signor Ashcroft, a soli due anni dall’uscita del titubante “These People” (2016), ha deciso di dare alla luce il suo nuovo lavoro: “Natural Rebel“. L’ex frontman dei Verve aveva rivelato che, nel suo sesto lavoro da solista, avrebbe regalato ai suoi fan tutto il sound e le sonorità alle quali è più affezionato. Sfortunatamente l’essere “naturalmente ribelle” di Richard non convince più di tanto sotto l’aspetto creativo e di originalità.

Il giudizio del pubblico sembra dividersi: c’è chi ritiene quest’ultimo lavoro una buona prova del cantautore e chi invece lo valuta solo come un’opaca performance di un’artista che sembra ormai aver perso quello smalto che una volta contraddistingueva i suoi Verve. Possiamo dire che la verità sta nel mezzo: è vero sicuramente che il sound e l’estro del suo ex gruppo sembra sempre più lontano, ma questo lavoro non è comunque tutto da buttar via.

Il Mad Richard butta dentro a questo lavoro tutto ciò che può, sfortunatamente la maggior parte delle tracce non va al di là di espedienti e tracce melodiche già percorse e ripercorse da altri in passato. Tracce dal sound britpop, come Birds Fly e That’s When I Feel It riportano agli antichi fasti della carriera del cantante della provincia di Manchester. Allo stesso modo suona il pop orchestrale di That’s How Strong, che mantiene un sound piacevole ed orecchiabile. Le linee classiche del cantautorato all’inglese si delineano in maniera un po’ melensa in We All Bleed e Streets Of Amsterdam che mantengono comunque un sound valido, nonostante, a volte, il caro Richard chieda qualcosina di troppo alla sua voce.

Non stupirebbe affatto se Born To Be Stranger fosse uscita da un album degli Stones: il sound rock intarsiato di riff blues risulta efficace, anche se sfortunatamente non è particolarmente originale. Anche A Man in Motion, forse la traccia più scontata dell’album, propone un britpop melodico e abbastanza banale che non aggiunge proprio niente al disco.

Veniamo ora alle parti migliori, quelle più riuscite. In apertura Mr. Ashcroft sfodera l’orecchiabile All My Dreams, che, anche se rimane un po’ piatta, mantiene un sound piacevole. Così anche Surprise By The Joy: un elegante e armonioso modo di esprimere il britpop, con il quale Richard dimostra di sapersi e di saper divertire ancora quando vuole. Come traccia di congedo, troviamo Money Money, nella quale ritroviamo un po’ gli Oasis dell’ultimo periodo: quel rock britannico energico e d’effetto, ma che suona un po’ spento, come il sapore di una birra annacquata.

L’ex Verve dà alla luce un pot pourri di britpop, blues, rock con questo suo sesto lavoro da solista. Il cantante di Wigan non riesce a fare centro, come se gli mancasse solo un centimetro per fare un metro. Il risultato è un album complessivamente sufficiente, ma le reminiscenze del passato ed espedienti melodici compassati non bastano a dare la giusta forza e pathos a questo disco.

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