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Murubutu – Tenebra È La Notte Ed Altri Racconti Di Buio E Crepuscoli

2019 - Glory Hole / Mandibola Records
hip hop

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Tracklist

1. Nyx - Introduzione
2. Buio (feat. Dj T-Robb)
3. La vita dopo la notte
4. L’uomo senza sonno (feat. DJ T-Robb e Mezzosangue)
5. La stella e il marinaio (feat. DJ T-Robb)
6. Wordsworth (feat. Caparezza e Emanuele Reverberi)
7. La notte di San Lorenzo
8. Le notti bianche (feat. Claver Gold)
9. Ancora buonanotte (feat. Daniela Galli)
10. Occhiali da luna (feat. Dutch Nazari e Willie Peyote)
11. La notte di San Bartolomeo
12. Franz e Milena
13. Omega man (feat. La Kattiveria e DJ T-Robb)
14. Tenebra è la notte (feat. Dia)
15. Nyx - Conclusione


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Durante l’ultima decade il rap di Alessio Mariani, in arte Murubutu, ha conosciuto un’ascesa notevole tra le preferenze degli ascoltatori. Di professione docente di storia e filosofia in un liceo, artisticamente si è distinto per la propria dedizione a storytelling pregni di cultura letteraria e non, oltre che per uno standard tecnico nettamente al di sopra della media nazionale. Il ricorso sistematico a termini desueti e i riferimenti specifici a determinati autori e momenti storici rendono la sua proposta inevitabilmente elitaria, nel segno di una mai celata vocazione didattica.

Al terzo concept album in carriera, la scelta del filo conduttore delle narrazioni che vanno a comporlo ricade su una serie di topòi legati alle ore notturne. L’esplicito riferimento a Francis Scott Fitzgerald del titolo però risulta alquanto fuorviante. Non trattandosi di un tributo al bardo dell’età del jazz, possiamo tranquillamente non tenere conto dell’assenza d’immediatezza, levità e freschezza che ne caratterizzavano la prosa. Va da sé che il centro focale della produzione del professore di Reggio Emilia siano le liriche. Nessuno sano di mente approccerebbe mai un suo lavoro alla ricerca di facili motivi o viceversa, soluzioni musicali particolarmente elaborate. Il problema è che troppi brani tra i quindici in scaletta soffrono di un accompagnamento piuttosto scialbo.

Se Buio, vivido resoconto di un sopravvissuto alla batosta subita dal Regio Esercito in Unione Sovietica, risulta incastrata a meraviglia nella propria quadratura sonora, così non è quando emergono velleità più cantautorali. La notte di San Lorenzo e La stella e il marinaio si ascoltano con molta fatica, imbrigliate come sono in una forma canzone statica e asfittica. Potrebbe andare meglio con Franz e Milena, non fosse che l’immaginario evocato finisce per cozzare violentemente con il taglio dato al pezzo. In La vita dopo la notte le strofe restituiscono brillantemente il senso di rassicurante intimità del racconto, peccato il tutto venga sciupato con un ritornello francamente bruttino. Ancora buonanotte poi rasenta il dilettantismo casalingo nella sua ricerca di un’apertura melodica evidentemente non supportata dal necessario know how.

Finisce ancora peggio quando si tenta di movimentare il tutto con iniezioni di rock. A voler essere veramente maligni si potrebbe dire che a L’uomo senza sonno basterebbe mettere in loop la strumentale del pezzo a cui dà il titolo per venire a capo del proprio problema. Non aiuta di certo una strofa di Mezzosangue praticamente intercambiabile con qualunque altra nel suo repertorio. Stessa sensazione suscitata dalla corale Omega Man: chitarre distorte che promettono fuoco e fiamme, ma risultano flebili quanto un cerino. La rapsodia a tema lunare di Wordsworth riesce a svettare al di sopra del torpore generale, forse in virtù della supervisione di Emanuele Reverberi che vi suona la fisarmonica. Caparezza coglie nel segno con una strofa ben focalizzata sugli argomenti e il mood del pezzo. Non si può dire lo stesso di Willie Peyote e Dutch Nazari, impalpabili su Occhiali da luna. Il secondo tenta anche una prestazione canora, con risultati quantomeno discutibili.

La statura intellettuale e l’unicità di Murubutu all’interno dei ristretti confini del rap nostrano sono argomenti difficilmente contestabili. A questo punto però verrebbe da chiedersi: se nei suoi dischi la musica è solo un valore aggiunto, non sarebbe il caso di meditare il passaggio ad altro medium? Che senso ha tessere trame intricate e mature, trattando temi culturalmente elevati con invidiabile proprietà di linguaggio, per poi inserire il tutto in una cornice sonora degna del peggior Gianluca Grignani?

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