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Meat Puppets – Dusty Notes

2019 - Megaforce Records
country rock

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Tracklist

1. Warranty
2. Nine Pins
3. On
4. Unfrozen Memory
5. Dusty Notes
6. The Great Awakening
7. Sea of Heartbreak
8. Nightcap
9. Vampyr’s Winged Fantasy
10. Outflow


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Anche i Meat Puppets tornano in versione all original parts ovvero i fratelli Kirkwood e il batterista Derrick Bostrom, formazione la cui ultima apparizione risale al 1995, periodo di “No Joke!” poco dopo essere scesi dal palco dell’unplugged degli amici Kurt, Chris and Dave duettando 3 pezzi dal loro capolavoro punk hard core “II” , ormai lontano 35 anni.

Alfieri dell’ondata alternativa, pionieri del grunge, idoli del giovane Kurt, nell’immaginario collettivo i Meat Puppets sono sempre stati dei fuori-campo, degli outsider del movimento degli anni 90. In “Dusty Notes” abbiamo chitarre meno distorte del precedente “Rat Farm” ma più consapevoli, come se si fossero liberati quasi del tutto dell’aura che li legava ad una certa scena di fine millennio e fossero cresciuti, ora più saggi e completamente a loro agio in ciò che propongono.

Partendo da Warranty, si avverte che i Meat Puppets sono tornati belli, sani, invecchiati ma rigenerati e a nuova vita, con un album ispirato, più melodico che rumoroso e americano quanto basta. Si tratta di un country folk solare e bislacco, i temi ruotano intorno a luoghi piccoli, sentieri, strade senza traffico dove si può camminare in pace anche di notte, è una dimensione pacifica e serena quella dei Puppets di oggi che ci portano ad attraversare piccole contee, villaggi americani, dimensioni raccolte in viaggio su un vecchia Chevy decappottabile tra colline e pianure del mid-west.

Dusty Notes è un disco legato alle radici, un senso di appartenenza alla terra, all’Arizona, una celebrazione della bellezza e vastità della natura ma non solo, è anche una celebrazione della solitudine, del continuo viaggiare interiore dove le luci del porto non brillano perché ci si sente come una nave alla deriva, come nel testo di Sea Of Heartbreak di Don Gibson, unica cover presente e perfettamente integrata con il resto dell’opera. Nella terza traccia On ci troviamo in pomeriggi che scappano dal sole, sembrano ringraziare per le stelle che compaiono nel cielo e il giorno è come un vecchio giradischi che continua a girare.

Il pezzo che si discosta, direi piacevolmente, dal resto dell’album è sicuramente Vampyr’s Winged Fantasy che scende la Scala di Giacobbe fino ad ambienti più prog/hard rock: una sorpresa, un muro di suono distorto, un’accelerazione improvvisa che riapre il loro lato psichedelico per dar spazio al finale di Outflow, ultima ballad dove alberi, deserto, cielo, funghi, montagne, fiumi, onde, acqua, stelle, oceano e tanta tanta aria fresca tornano a ricordarci di essere lì dall’inizio dei tempi e le rocce rotolano al contrario fino alla cime delle montagne, indietro nel tempo fino all’ inizio di tutto.

Quello che sorprende è che i Meat Puppets ritornano come se nulla gli succedesse attorno e senza paura di essere completamente se stessi e tranquilli, easy no matter what e “Dusty Notes” è un ottimo album, da ascoltare in viaggio, una di quelle colonne sonore perfette quando siete in treno dalla parte del finestrino, quando arriverete a destinazione sarete sicuramente più forti e riposati.

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