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Violent Soho – Everything Is A-Ok

2020 - Pure Noise Records
rock / alternative / indie

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Tracklist

1.Sleep Year
2.Vacation Forever
3.Pick It Up Again
4.Canada
5.Shelf Life
6.Slow Down Sonic
7.Lying On The Floor
8.Easy
9.Pity Jar
10.A-OK


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Chi sono i Violent Soho? Australiani, formatisi nel 2004 a Brisbane, rispondono ai nomi di Luke Boerdam, James Tidswell, Luke Henery e Michael Richards. Seguono le orme dell’oracolo della loro terra (o meglio della Terra) Nick Cave? No, ma dopo quattro lavori sono stati accostati ad altri gruppi che proprio sciocchi non sono, quali Pixies e Nirvana. Con questi ultimi il sottoscritto non ha trovato grosse somiglianze ma figuriamoci, il mondo è bello perché è vario. Anzi, la cosa che più mi piace del panorama alternative è che ognuno trova le proprie sfumature; fino a quando non si accostano i Violent Soho a Young Signorino, direi che vada tutto bene.

Ascoltandoli di primo acchito, al sottoscritto sono balzati subito due gruppi: Dinosaur Jr. e Polvo. Credo molto nelle prime impressioni e se queste mi hanno portato alla mente i gruppi sopra citati, i Violent Soho dovevano essere per lo meno un gruppo al quale prestare più di un ascolto ed appunto, a dedicarci qualche parola.

Mi piace partire prestando un ascolto rapido e distratto per buttare giù le prime sensazioni, anche quelle senza fronzoli. “Everything is A-OK” è un lavoro variegato, un prodotto che affonda nell’indie 80-90 e rivisto in chiave moderna. L’impronta personale si sente ed è una caratteristica che a prescindere dalla qualità del lavoro, è lodevole. Le prime canzoni rimaste impresse nei timpani sono state Slow Down Sonic e A-OK, con la piacevole voglia di riascoltare subito la seconda. La half title-track presenta toni e ritmi dimessi rispetto alle altre tracce, non ci sono distorsioni e la voce è strascicata e rilassata. È la traccia che si distanzia dalle altre e lascia una piacevole sensazione di “chiudi gli occhi e rilassati”, la quale non fa mai male. Slow Down Sonic altrettanto, presenta un ritmo lento (si, sono quelli che le mie orecchie subito memorizzano, però mi identifico nel noise eh!) ma con arrangiamenti più “dreamy”,  tappeti strumentali leggermente distorti che accompagnano quasi tutta la canzone e un dolce e “stonato” arpeggio che ci porta al ritornello.

Scavando più a fondo cosa possiamo aggiungere? Il singolo Pick It Up Again presenta melodie da college e lancia tanti cuoricini a quel pop-punk amato da teenager. Lying On The Floor si apre con dieci secondi che rimandano (quasi) ad un grunge più che di pregevole fattura per poi perdersi in un verse gioviale preludio di un ritornello che vorrebbe fornire una certa carica ma no, non ci riesce. La principale sensazione che lascia “Everything is A-OK” è proprio questa, quella di mettercela tutta nel far scuotere la testa dell’ascoltatore ma lasciandolo nella posizione con la quale ha cominciato l’ascolto. Easy è vicina a fornire quella carica pura, nel ritornello la voce di Boerdam tocca quei decibel necessari per aumentare i battiti cardiaci ma per l’esplosione finale manca quella cattiveria che forse, sarebbe servita agli strumenti. Pity Jar è un semplice esercizio di “stile”; anch’essa potrebbe andare bene in qualche college ma nulla più.

Everything is A-OK” è un lavoro variegato, intento ad offrire una propria firma indie: non certo un prodotto da buttare, quindi. Ma approfondendola questa firma? Non si trova nulla di speciale, nulla che non potrebbe rendere questo nuovo album degli australiani altro che una simpatica colonna sonora di una giornata in piscina.

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