Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

The 1975 – Notes On A Conditional Form

2020 - Polydor
pop

Ascolta

Acquista

Tracklist

01. The 1975
02. People
03. The End (Music For Cars)
04. Frail State Of Mind
05. Streaming
06. The Birthday Party
07. Yeah I Know
08. Then Because She Goes
09. Jesus Christ 2005 God Bless America
10. Roadkill
11. Me & You Together Song
12. I Think There's Something You Should Know
13. Nothing Revealed / Everything Denied
14. Tonight (I Wish I Was Your Boy)
15. Shiny Collarbone
16. If You’re Too Shy (Let Me Know)
17. Playing On My Mind
18. Having No Head
19. What Should I Say
20. Bagsy Not In Net
21. Don’t Worry
22. Guys


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Notes On A Conditional Form” è l’ultimo atteso lavoro dei The 1975, pubblicato per l’etichetta Polydor. Le aspettative erano indubbiamente molte per la band brittanica formatasi nel 2002.  A maggio 2020 ci presentano un concentrato di stili che lascia spazio alla riflessione. I The 1975 sono la band delle suggestioni e ci hanno abituato fin dal loro esordio a brani che accompagnavano i momenti più intimi della nostra quotidianità: come dimenticare l’EP “Music for Cars” o “I Like It When You Sleep, For You Are So Beautiful Yet So Unaware Of It“.

Sono una band da manuale, di quelle che vivono una parabola ascendente per perdersi poi nel tunnel dell’abuso di sostanze, raccontato nell’album “A brief Inquiry Into Online Relationship“. Matty Healy, Ross MacDonald, Adam Hann e George Daniel ci proiettano ormai da quasi vent’anni in un mondo pop, synth-pop, elettronico, a tratti rock, che più si cerca di definire più sfugge a qualsiasi categoria, forse fino proprio a quest’ultimo album.

Brani come Yes I Know, Bagsy Not in Yet e Having No Head sono un concentrato di sperimentazione tecno-elettronica, che sacrificano il testo a favore di suoni più metallici e artificiali. I The 1975 che abbiamo amato per Chocolate, Somebody Else o I like it cause you are so beautiful si nascondono in Me & You Together Song e If You Are Too Shy ( Let Me Know). Manca forse una vera hit da riproduzione ripetuta con quell’incisività tale da accompagnare un momento significativo della propria vita, ma non mancano delle chicche come The 1975, contenente un discorso dell’attivista Greta Thunberg.

I The 1975 sono proiettati nella nostra epoca e forse l’aver perso quella dolcezza senza tempo è servito a testimoniare una ribellione generazionale che non ha peli sulla lingua “My generation wanna fuck Brack Obama/ living in a sauna with legal marijuana”. Si passa da una riflessione sulla salute mentale in Frail State of Mind all’amore narrato per Gesù Cristo in God Bless America. I temi sono tanti e a volte, forse, non accompagnati da altrettanta incisività musicale. Anche tracce come The Birthday Party e Roadkill non riescono a convincere fino in fondo, pur avendo il potenziale espressivo tipico del gruppo.

Abbiamo imparato a riconoscere uno stile creativo difficile da domare e sottoposto alle sperimentazioni più disparate. Non è un caso che questo album sia stato scritto soprattutto in tour e registrato in sedici studi diversi. Ciò che risalta, però, è un’alta densità di brani, ben 22, che non rende giustizia alle qualità dei The 1975.

Non si può parlare di risultato mediocre o deludente, ma certamente “Notes On A Conditional Form” ci lascia con un leggero amaro in bocca e in attesa di risentire nuovamente la band così come ci aveva conquistati.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni