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Edda & Marok – Noio; Volevam Suonar

2020 - Contempo Records
alt-rock / songwriting

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Tracklist

1. Maranza
2. Servi dei servi
3. Noio
4. Stai zitta
5. Madonnina
6. Bebigionson
7. Esce il sangue dalla neve
8. Achille Lauro
9. Sognando
10. Mandrino
11. Castelli di sabbia


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Quando ho sentito la notizia dell’uscita di questo album mi sono gettato a cercare informazioni e ho scoperto che non solo Gianni Maroccolo ha voluto fare un disco con Edda, già ospite nel suo “Alone Vol IV”, ma che sarebbe stato gratis! Un album regalo! Allora vado a scorrere i commenti sui social e mi colpisce uno in particolare in cui viene chiesto a Gianni se fossero impazziti e lui risponde di no, che non sono impazziti, forse solo diversi.

E sì, Gianni e Stefano sono diversi, ma non solo, sono proprio fuori. Fuori dai generi intendo, perché oggi “Noio; volevam suonar” verrebbe chiamato un album DIY (do it yourself) ma qui la predisposizione, è diversa: non è l’artista che crea musica al computer e finita lì, ma vi è proprio l’inclinazione a creare musica che sia la più autentica possibile, tipica di quel periodo tra gli anni 80 e 90 in cui si incidevano le cassette demo e si vendevano ai concerti. È un disco frutto di una propensione, di un’abilità appresa nelle rispettive lunghe carriere, è frutto di una conoscenza.

Ed è l’umorismo accorto di Edda ad incalzare subito nell’intro di Maranza con quel “Ciao Gianni, sono il tuo amico Prospero…” e altri stralci di comunicazione telematica in pieno lockdown e i due avventurieri salpano su un tappeto elettronico toccando zone tra il lo-fi americano e la club music londinese, tra i Sebadoh e gli Underworld, in cui Edda canta alcune delle sue strofe migliori “La realtà non la spieghi nessuno, la mia devozione si scioglie nel sole”, Ed è Servi dei Servi la prescelta per uscire come singolo, la più politica, la più schierata e disillusa in cui siamo “Tutti d’accordo e mo che cazzo facciamo”? e in cui “Terra e cielo se lo sono ingoiato” ma i picchi vengono toccati anche da pezzi come l’irresistibile Bebigionson, dall’elogio della stranezza di Achille Lauro, nonché dalla cover di Sognando di Don Backy, che non sarebbe stata avvicinabile se fatta diversamente, Edda e Maroccolo sono talmente grandi da riuscire a suonarla come se stessero semplicemente respirando.

Ma è l’intenzione, la matrice dell’album a fare la differenza, è un’attitudine lontana dagli standard di produzione, spinta dalla palese condizione del distanziamento fisico ma con un risultato pari a quello di due musicisti a stretto contatto in un garage nei sobborghi di una città dell’ Ohio, pronti a dare il meglio in termini di ispirazione creativa, con i mezzi limitati del momento che danno a “Noio; volevam suonar” un’aura da grande opera prima, concepita da due amici orientati a creare musica per il gusto di farlo senza pensare alle future performance ma a vivere la stesura dei brani sul momento, lasciandosi guidare da veri impulsi artistici senza mai sconfinare nell’astratto ma producendo 11 pezzi di rara bellezza.

Avete presente i film di Ettore Scola con Massimo Troisi? In un’intervista Troisi affermava che, alla chiamata di Scola, si era detto “Oh ragazzi, meglio ricomporsi un po’ perché qua le cose si fanno serie”. Ecco: Maroccolo sta a Scola come Edda sta a Troisi. Un vero incontro. L’incontro tra un musicista dal carisma inconfondibile e un maestro. Il regista e Pulcinella. Lo stregone e l’anti eroe. “Noio; volevam suonar” è quello che ci voleva da tanto tempo e sarebbe bello se anche questo album fosse il primo di una serie!

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