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Cemento Atlantico – Rotte Interrotte

2021 - Bronson Recordings
elettronica / world music / folk

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Tracklist

1. Umm Bulgares
2. Trung Sisters
3. Amazonienne
4. Beat ‘Em Bang
5. El Congreso De Los Fantasmas
6. Blade Runner Zero
7. Black’n’Red
8. El Reino Del Condor
9. Bamboo Burma Street


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Alessandro Zoffoli, classe 1975, dj e producer romagnolo già noto nel mondo del clubbing rivierasco con il moniker Toffolomuzik: ecco le coordinate per rintracciare Cemento Atlantico. E’ un progetto in solitaria – primo disco in assoluto con questo nome – e non a caso parliamo di coordinate. Rotte interrotte è un diario, una serie molto ricca di appunti di viaggio che raccontano le tante esperienze vissute da Alessandro fino alla chiusura dovuta alla pandemia.

Marocco, Perù, Cambogia, Myanmar e tanti altri, sono raccontati nel disco attraverso le registrazioni eseguite al momento con la tecnica del field recording. Le due regole alla base di “Rotte interrotte” sono molto semplici. Secondo Zoffoli, l’orecchio è più ricettivo se ci si trova ad ascoltare suoni in viaggio, soprattutto se appartengono a culture molto distanti dalla nostra; nondimeno, i mezzi di registrazione occasionali donano alla narrazione quella purezza altrimenti impossibile con apparecchiature sofisticate, tutto sembrerebbe studiato a tavolino. I suoni nelle strade, in mezzo alla natura o nei luoghi sacri, sono stati quindi manipolati con l’armamentario di studio, creando le sequenze in grado poi di formare interi brani.

I contesti di riferimento non sono stati scelti casualmente, ma selezionati tra i luoghi che hanno rappresentato le più salienti esperienze vissute da Zoffoli. Ne sono alcuni esempi la commemorazione della grande Umm Kulthum per le strade di Marrakech, la scoperta di quanto Gustave Eiffel sia odiato dagli abitanti della città peruviana di Iquitos, le danze del popolo Garìfuna, fino alla sanguinosa battaglia a scapito del popolo un tempo birmano.

“Rotte Interrotte”, una rima che evoca insieme la bellezza e l’impedimento del viaggio, è anche un ottimo esempio di disco autoprodotto, dove l’autore cura l’artwork e il simbolismo di copertina. C’è la A di Atlantico, affiancata alla C rappresentata sotto forma di luna crescente, un segno di speranza per ciò che oggi non è ma si spera sarà presto.

Il bel groove di Umm Bulgares, tra chitarra liuto e cori bulgari, è il biglietto di sola andata per questo giro del mondo in nove tracce. Si passa dalle parti di Hanoi (Trung Sisters), per una jam session in un negozio di strumenti musicali. Il riuscito mix di Amazonienne, primo singolo, mette insieme i suoni primordiali della foresta e diverse rappresentazioni di strada tra Parigi e Iquitos (nel nome di Eiffel), il tutto a far da sfondo a un canto estratto da un rito sciamanico. Niente commistioni, ancor meno compromessi: con Beat ‘Em Bang siamo in giro per la Cambogia, tra treni, isole paradisiache e vecchi film locali. Moltiplicando le chitarre aumentano le emozioni (El Congreso De Los Fantasmas), soprattutto se parliamo della tradizione musicale colombiana. 

Ma quando si parla di viaggi non si può prescindere dall’India, il sesto continente. Blade Runner Zero è l’onirica rappresentazione dell’enorme distesa di terra che è quel paese diviso tra l’Himalaya e il Pacifico, sognato come capitolo zero del capolavoro di Ridley Scott: è il brano più lungo, che racconta lo svolgimento di un rito induista detto Maha Aarti, basato sulla purezza donata dal fuoco.

Dalle fiamme all’acqua (Black ‘N’ Red), il mare dona nuova vita, come recita l’antico canto in lingua Arawak che si intitola (appunto) Sunn Wadagarati. E dopo la vita, la morte, attraverso la commemorazione fatta in El Reino Del Condor delle suore peruviane del Monasterio di Santa Catalina, nella città di Arequipa. Di conseguenza, il finale di Bamboo Burma Street non può essere che di rinascita, affidata al canto di tre bambini.

L’idea messa in musica da Zoffoli è ampia, variegata e ambiziosa. La sua sapienza da manipolatore di suoni gli consente di produrre un disco che mai si avvicina alla banalità o alla monotonia. Una traccia tira l’altra, l’ascolto è sicuramente impegnativo, non adatto a tutte le orecchie, ma l’ascoltatore che si approccia con la dovuta curiosità e la giusta dose di silenzio intorno a sé trova un prodotto che non delude.

Con “Rotte interrotte”, Zoffoli riesce nell’intento di mettere insieme i folk di mezzo mondo sotto l’egida elettronica, unendo così la passione per i viaggi alla professione di produttore musicale. La domanda alla quale l’autore deve rispondere a questo punto è se i suoi viaggi sono finiti qui. Non sarebbe affatto male un secondo volume con nuove mete.  

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