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Interviste

Cronache di luoghi distanti che si fondono: intervista ai Larsen

(c) Jacopo Benassi

Sono stati due anni difficilissimi, impossibili, ma dalle difficoltà talvolta nascono progetti interessantissimi. È il caso di “A Chronicle (a soundtrack to Jacopo Benassi’s Meiwo)” (qui la nostra recensione), nuovo lavoro frutto della collaborazione tra i Larsen e il fotografo e artista Jacopo Benassi. È un progetto anomalo e sorprendente, che ha visto la cult band torinese regalare una colonna sonora agli scatti di Benassi, che ha documentato con la sua macchina la propria residenza artistica a Guangzhou, in Cina. La sensazione, ascoltando il disco, è di immergerci nello sconfinato marasmo della provincia del Canton, tra case popolari, gabbie di cemento e suggestivi stimoli artistici.

Ne abbiamo parlato con Fabrizio Modonese Palumbo, colonna portante dei Larsen

Innanzitutto come stai? E come stanno i ragazzi della band?

Ciao, stiamo bene, grazie e grazie per  “ragazzi” che alla nostra età risulta confortante

Come hai affrontato a livello personale questo periodo di profonda incertezza?

Con molta fatica. C’è stato un grado zero sul presente e una sostanziale impossibilità di pensare  il futuro, se poi aggiungi le tensioni sociali che si sono create e quelli pre-esistenti, ora esasperate dall’assoluta assenza della politica, mantenere creatività e soprattutto la propria identità non è stato e non è per nulla facile

Com’è far uscire un disco nel 2021?

Problematico. Il mercato è imploso, molte etichette non se la sentono di investire senza poter fare affidamento su tour promozionali e le uscite nel frattempo si accumulano creando ritardi importanti su tutta la catena produttiva

“A Chronicle”, si basa sulle registrazioni di una serie di sessioni di improvvisazione che erano disponibili su Patreon. Ci spieghereste la scelta di utilizzare questa piattaforma? La consigliereste ad altre band?

Ci siamo rifiutati di rimanere in eterna attesa e abbiamo voluto imporci delle scadenze per poter continuare a creare e farlo in contatto diretto col nostro pubblico, mantenendo l’aspetto relazionale e sociale proprio della musica. Ogni mese abbiamo registrato delle session di musica  improvvisata e reso disponibile il risultato a chi ci ha supportati su Patreon. È stato un esperimento positivo al quale non escludiamo affatto di dare seguito. È stato una sorta di documentario  sul nostro processo compositivo, ma anche un invito per tutte le persone interessate a essere in qualche modo presenti nel momento della nascita di quei suoni, di quelle melodie di quei ritmi.

Com’è nato il sodalizio con Jacopo Benassi? Vi conoscevate già prima di questa collaborazione?

Ci si conosce da molto tempo e da sempre  siamo fan del suo lavoro e lui del nostro. In passato abbiamo collaborato su eventi specifici suonando dal vivo per  proiezioni dei suoi cortometraggi   o per sue mostre personali, io poi mi sono occupato con lui della programmazione del Btomic, ormai leggendario live club a La Spezia che ha purtroppo chiuso 5 anni fa.

(c) Jacopo Benassi

Io ho espresso una mia opinione nella recensione, vorrei però chiedervi, in che modo pensate di aver arricchito il progetto di Jacopo con la vostra musica?

Creando sinergie, ambienti, possibilità. Il progetto vuole essere l’incontro di due viaggi partiti da e per luoghi diversi che in qualche modo però si incontrano e fondono

Nel momento in cui eravate in sala prove, durante le sessioni di improvvisazione, sapevate che poi sarebbe confluito tutto in questo progetto? In che modo vi ha influenzato questa consapevolezza?

No, per nulla. Dopo un anno e 12 uscite Patreon ci è sembrato giusto fare il punto della situazione e stavamo pensando a fare un’uscita ufficiale di materiale selezionato da quelle session di studio. Il caso ha voluto che nello stesso momento siamo venuti a conoscenza del bando indetto dalla Witty Books per il loro Ear / Eye Award mirato a unire in una pubblicazione un lavoro visuale ad uno musicale. Abbiamo quindi ripreso in mano l’immensa mole delle nostre Patreon Session e montato , sovrapposto, editato degli estratti con l’idea di creare una struttura narrativa sonora che interagisse con le foto fatte da Jacopo durante una sua  residenza artistica in Cina qualche anno fa. Le registrazioni originali sono state  usate come puro materiale sonoro, in modo scultoreo direi. Se ce ne sarà occasione la collaborazione con Jacopo verrà portata anche dal vivo dove verranno mantenute le dinamiche di interazione esistenti tra  “A Chronicle” e il suo libro “Meiwo” ma applicate a materiali altri, con Jacopo  che suonerà con noi . Non si tratterà quindi della riproposizione delle musiche di “A Chronicle” ad accompagnamento di visuals estratti dal libro, ma una vera e propria performance indipendente e in continua mutazione tra suoni e immagini generate in tempo reale.

A livello di influenze di questo lavoro, sapreste individuare qualche artista che vi ha ispirato? Anche non strettamente musicale.

Guardiamo spesso al cinema, lavoriamo per immagini, ambienti, textures. In questo caso volendo creare un continuo passaggio da uno sguardo quasi documentaristico ad uno interiore. Originariamente le nostre Patreon Sessions erano nate anche per finanziare le registrazioni del nostro prossimo album che verrà prodotto da Simon Scott (batterista di Slowdive oltre che compositore e solista) e quindi sperimentare sonorità e soluzioni che potessero in qualche modo diventarne la base, non parlerei  quindi di influenza ma più di visione e direzione

La scelta di stampare il disco su tape è molto bella, quale futuro vedere in questo formato ormai vintage?

I formati sono comunque feticci e hanno continui momenti di gloria alternati ad altri di disinteresse.. “A Chronicle” esce su questo formato per decisione di Witty Books essendo libro+ cassetta caratteristico della collana Ear/Eye di cui fa parte

Una domanda un po’ più personale, cosa ascolti in questo periodo? Ci diresti il tuo disco preferito di quest’anno?

La prendo come personale e quindi in nessun modo indicativa degli ascolti di Larsen che di unitario hanno spesso poco se non nulla, ciò detto siamo rimasti tutti entusiasti del nuovo Low, poi pesco a caso dalla cima della pila dei miei più recenti ascolti e ci trovo The Bug, Moor Mother, Gus Gus, The Pop Group remixato da Dennis Bovell, Space Afrika, Monika Werkstatt. Domani potrebbe essere tutto diverso.

Quali sono i progetti futuri sia tuoi sia dei Larsen?

La prossima uscita di Larsen è già pronta e si tratta di una collaborazione con l’artista e musicista  Alessandro Sciaraffa e i suoi strumenti autocostruiti e Paul Beauchamp che ha remixato dando al tutto forma organica; è un progetto complesso che nasce da una perfomance di quattro ore di interscambio col pubblico e  con le creazioni culinarie di uno chef. L’album, che come la performance si chiama “Golden Leaf” uscirà la prossima primavera per Important Records. Poi finalmente a inizio anno registreremo il nuovo album di studio con Simon Scott del quale ti ho già accennato. In primavera dovrebbe anche uscire un album registrato da me e Paolo (Dellapiana, che nei Larsen si occupa dell’elettronica) con Laura Agnusdei, Ramon Moro e Roberto Paci Dalò. Io come solista, a nome ( r ), ho appena  fatto uscire il mio nuovo album che si intitola “Titan Arum” e che porterò dal vivo nei prossimi mesi, a dicembre in Italia e in primavera in Europa e nel frattempo uscirà anche una raccolta di lavori su commissione e /o precedentemente inediti. 

(c) Jacopo Benassi

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